Il cielo di Gallura è pallido ancora sopra ai vecchi tetti di Aglientu. La strada vecchia, tortuosa, ti spalanca l’orizzonte di un mare così liscio che ti sembra, a tuffarti, di entrare in uno specchio
Le sei del mattino. L’ora più bella. In paese nessuno: solo un gattone che rincasa, stanco di una notte brava. Il cielo di Gallura è pallido ancora sopra ai vecchi tetti di Aglientu. La strada vecchia, tortuosa, ti spalanca l’orizzonte di un mare in pace. Calma di vento. Poi farà scirocco, 36 gradi. Ma ora è immobile il bosco dei mirti dalle colline al mare – uguale a mille anni fa. (Questo mi commuove, in Gallura, appena oltre la costa: è il mondo, come era al principio).
A una curva c’è una fonte, che qui chiamano u’ remediu. “Rimedio a che cosa?”, domando a un vecchio che riempie una tanica. “E’ soltanto acqua buona”, fa lui, laconico. Ma certo, un antico sardo non racconta certe cose a quelli del Continente.
L’orizzonte da qui ammutolisce. Il posto per una clausura. Ma il mio vecchio cane è nervoso. Cos’hai?, gli chiedo.
Risaliamo in auto, pochi metri e tre cinghialini ci traversano la strada di corsa. E subito dietro, la mamma. Ecco cosa sapeva, il cane.
In spiaggia, nostre le prime impronte sulla sabbia. Anche il mare così liscio che ti sembra, a tuffarti, di entrare in uno specchio: come Alice.
Poi si alzerà, caldo come un fiato, lo scirocco. Ma ora le bandiere in spiaggia pendono immote. Noi torniamo sulle nostre colline. Nel giardino della casa accanto le Belle di giorno hanno spalancato il loro splendente calice viola. Al tramonto lo richiudono, pudiche: quasi scompaiono. Ma, all’alba, sarebbe bello, contemplare l’istante in cui le Belle di giorno si aprono. Dentro a tutta questa pace.
Una sola immagine sul web da Gaza, da Kyiv, te la lacera, come una mano strappa un vecchio foglio. L’inviato del Corriere Antonio Ferrari: “Mai visto un mondo così orribile”. Ferrari era amico di mio padre Egisto, antico inviato di via Solferino. Mi sembra di sentire lui in quelle parole, nella faccia di Ferrari, segnata come di chi ne ha viste troppe. Eppure, “Mai visto un mondo così orribile”: il tonfo di un sasso nell’acqua. In tanta pace, un soffio di paura.