Parla Attilio Fontana: “Sala non si dimetta. Si vuole ammazzare Milano, la Lombardia. Fermare lo sviluppo”

“Un avviso di garanzia non è una condanna, Non mi fido di una parte di magistratura. I fondi sono già in fuga. Questa campagna contro Milano rischia di far cadere a terra l’Italia

Esiste il garantismo anche in Lega. Parla Attilio Fontana, presidente della regione Lombardia, e dice al Foglio: “Lo ripeto, lo ripeto ancora. Per me Beppe Sala non si deve dimettere, l’avviso di garanzia non è una condanna, ma solo la versione di una parte. Presentare la propria difesa è un principio del diritto e stravolgerlo è inaccettabile, contrario a qualsiasi democrazia”. Presidente Fontana, Milano è la nuova Napoli di Francesco Rosi, è la città del sacco edilizio, del film “Le mani sulla città? “Le uniche che vedo sono le mani di chi sta sporcando un modello di sviluppo, modernità. Lo dico in maniera forte. Si vuole ammazzare, colpire, una regione simbolo. E’ tornato il sentimento antilombardo e antimilanese. Se si ferma Milano, si ferma l’Italia”.



Presidente Fontana, la procura di Palermo ha fatto ricorso contro l’assoluzione di Salvini per il sequestro Open Arms. Anche per lei è “accanimento” come dice Meloni? “Penso che l’accusa contro Salvini fosse talmente infondata che il processo non doveva neppure cominciare, penso che la motivazione di assoluzione abbia sgomberato qualsiasi campo. Questo per dire che il ricorso mi lascia perplesso”. E’ accanimento? “Apparentemente sembra con onestà un accanimento”. Anche lei come Sala, oggi, è stato indagato dai magistrati di Milano per poi essere prosciolto. Si fida ancora dei magistrati di Milano? “Non mi fido di una parte della magistratura, che sia milanese o meno, conta poco. Mi spaventa una magistratura che a volte rischia di innamorarsi delle sue stesse tesi. Anche io come Sala ho ricevuto avvisi di garanzia e mi sono dovuto difendere, e non solo dai magistrati. Ricordo ancora le frasi violente del Pd in consiglio regionale contro la mia persona, affermazione di una gravita assoluta. Oggi, e mi fa piacere, osservo che nel Pd stanno cambiando opinione sulla presunzione d’innocenza”. Mentre parliamo, Elly Schlein, con una nota, ha espresso solidarietà a Sala. E’ opportunismo? “Mi sembra che nel Pd alberghi la confusione. Adesso sono costretti a essere garantisti ma chi è garantista non può esserlo solo con i suoi amici. Oggi fanno inversione e si vede tutto il loro imbarazzo”. Anche Salvini ha chiesto le dimissioni di Sala. Caro Fontana, è lei la mosca bianca della Lega? “Salvini chiedeva le dimissioni di Sala ben prima dell’indagine che oggi lo colpisce. Le chiede perché ritiene inadeguata la sua azione politica a Milano. Salvini non ha cambiato idea ma ha mantenuto sempre la sua idea”. Lei conosce Manfredi Catella indagato? “L’ho conosciuto per le sue iniziative e lo ritengo un imprenditore di visione e capacità”. Ha detto prima che è in atto “un tentativo di ammazzare una regione, un modello, un’idea”. Chi e perché dovrebbe farlo? “Si vogliono togliere competenze a una regione virtuosa come la Lombardia per rimportarle allo stato centrale. Sono attacchi che vengono da Roma. Lo dimostrano gli attacchi alle nostre banche, le milanesi. Si colpisce la Lombardia e Milano ma si colpisce anche la capacità unica che questa regione ha di agire in sinergia con le amministrazioni locali, di produrre ricchezza, quel modello di collaborazione eccezionale fra pubblico e privato. Lo ha detto bene Piero Bassetti, 96 anni, uno degli uomini più lucidi che conosca. C’è la velocità della Lombardia che permette a questo paese di rimanere agganciato al mondo e il resto è solo decrescita infelice, il vecchio desiderio da movimento Cinque Stelle”. Si può ancora costruire a Milano, teme la fuga dei fondi? “Non solo la temo, ma la registro. Un fondo ha già rinunciato e deciso di non costruire tre studentati. Il rischio gravissimo è che questa campagna contro Milano faccia finire tutti a terra. Si sta segando l’albero dove si sta seduti. Senza la Lombardia, l’Italia cade a terra”. Tra sei mesi ci saranno le Olimpiadi Milano-Cortina. Questa Milano è ancora capace di ospitarle? “Diamo per scontato un’organizzazione e non ci rendiamo conto del privilegio che abbiamo avuto. La Svezia ha provato per otto volte a ospitarle, senza riuscirci. Solo per far lasciare intendere la fortuna. Stiamo lavorando e sono certo che faremo belle Olimpiadi, bagnate da medaglie”. Gira in Lega l’idea che sui dazi si possa trattare bilatelamente. E’ anche la sua idea? “Tratta l’Europa, non prendiamoci in giro, più che altro vedo che il Pd ha cambiato opinione, prima criticava Meloni per l’amicizia con Trump, ora critica per essere timida nella trattativa, che è europea”. Cosa farà il suo amico Luca Zaia? “Deve avere un ruolo e non lo dico per Zaia, ma per il paese. Rinunciare a un amministratore cosi amato, apprezzato, capace, eccellente è una perdita che non possiamo permetterci”. Farete entrambi i ministri nel Meloni II? “Zaia di sicuro può fare tutto, io resto qui, a rilanciare la questione settentrionale, a difendere due territori come Veneto e Lombardia che producono il Pil dell’Italia”. A Milano? “A Milano”.

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  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio

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