Il presidente americano straccia il complotto in cui si è immerso più volte e dice ai “sostenitori del passato” che non ha più bisogno di loro. Tutti si azzannano l’uno con l’altro, Trump sceglie la via d’uscita di sempre: è colpa dei democratici. Ma questo “complottismo all’ultimo stadio” è fuori controllo pure per lui
Dov’è la lista dei clienti di Epstein?, gridano i sostenitori del mondo Maga ai comizi degli esponenti dell’Amministrazione trumpiana: in Pennsylvania, due giorni fa, il vicepresidente J. D. Vance cercava di celebrare il “big beautiful bill” e intorno si alzavano cartelli e urli: dov’è la lista dei clienti di Epstein? La frustrazione dell’Amministrazione è evidente, quella di Donald Trump si è liberata in un post di Truth (dove i suoi post sul caso Epstein, il pedofilo d’alto bordo che si è suicidato in prigione, sono gli unici che vengono criticati nei commenti) in cui ha detto basta, mi sono scocciato: la lista non c’è, è un’invenzione – una “bufala” – del Partito democratico e i miei “sostenitori del passato” possono anche stare alla larga da me, facciano pure il gioco dei democratici, non ho bisogno di loro, “non voglio più il loro sostegno!”. Così il complottismo è arrivato “al suo ultimo stadio”, scrive Charlie Warzel sull’Atlantic (uno che se ne intende, le ha studiate tutte, le teorie del complotto), che è quello più drammatico, perché ogni cosa è fuori controllo, nemmeno Trump riesce a fare ordine.
S’azzannano tutti tra di loro, i complottisti che hanno preso il potere nell’America di Trump, azzannano la Guardasigilli Pam Bondi che ha detto che il caso è chiuso, la lista dei clienti pedofili di Epstein non esiste, i video di cui si è favoleggiato, complottando, per anni, erano video scaricati da internet dello stesso Epstein, mai sazio. Azzannano pure il loro presidente, senza stringere troppo i denti però, perché sanno che se lui si rivolta e morde, è finita, non se ne farà più niente dei loro brandelli di fedeltà, li darà in pasto ad altri cannibali più leali. Trump è spazientito, vorrebbe folle esultanti per i suoi immensi successi e invece si trova a doversi giustificare (cosa che non fa) per non voler fare una cosa, pubblicare la lista, che ha sempre voluto fare pure lui. Perché il complotto su Epstein (con la sua diramazione principale che ha a che fare, come ha detto il chiassoso Tucker Carlson, influencer Maga di grande consenso e padre di un dipendente di Vance, con Israele, il Mossad, la lobby ebraica) è la sorgente del complottismo, da QAnon ai suoi rivoli disgustosi e lo stesso Trump ci si è più volte immerso. Ora tradisce la fede Maga, dice che era tutto falso, non spiega perché la lista si è volatilizzata (Elon Musk una spiegazione l’ha data: nella lista c’è anche Trump), cerca la via d’uscita che conosce meglio e che ha sempre riportato la pace: è colpa dei democratici, una loro invenzione, un’altra bufala, il “Jeffrey Epstein hoax”. Basterà? Ai repubblicani al Congresso sì, a loro basta sempre tutto, ma sono il risultato del movimento Maga, non ne sono i padroni, là fuori ci sono i cannibali, ai quali viene chiesto un nuovo atto di fede, contrario a quello fondativo, l’ultimo stadio del complottismo.