A Milano negli ultimi quindici anni si è costruita una visione di città moderna, europea, inclusiva. Non tutto è stato perfetto, ma molto è stato fatto. La giustizia farà il suo corso, ma serve maggiore cautela nei giudizi e più rispetto per le persone coinvolte. Un invito alla prudenza
A chi oggi, a Milano, evoca sfracelli e auspica di azzerare un’intera stagione politica e amministrativa, vorrei rivolgere un invito alla prudenza. Comprendo il clima: ogni inchiesta giudiziaria, soprattutto quando tocca settori delicati come l’urbanistica, fa notizia e accende riflettori. Ma prima di trarre conclusioni affrettate, è bene ricordare qualche dato. In Italia, ogni anno, circa 800 persone vengono arrestate o sottoposte a misure cautelari e poi riconosciute innocenti. Non lo dico io: è una stima di Giuliano Pisapia, risalente al 2020, che “Pagella Politica” ha verificato. Secondo quel dato, il 75 per cento degli indagati risulta innocente al termine del procedimento.
È un numero impressionante, e dovrebbe suggerire una riflessione. Anche chi crede nella necessaria autonomia della magistratura – e io sono tra questi – non può non interrogarsi su cosa accada quando l’azione giudiziaria anticipa il giudizio mediatico e travolge, con le sue conseguenze, persone, biografie e percorsi politici prima ancora che i fatti siano accertati. L’errore non sta nelle inchieste – che devono esserci, se ci sono ipotesi di reato – ma nella furia con cui, talvolta, si è pronti a incenerire storie politiche complesse e amministrazioni che hanno lavorato nell’interesse della collettività. A Milano, negli ultimi quindici anni, si è costruita una visione di città moderna, europea, inclusiva. Non tutto è stato perfetto, ma molto è stato fatto. Chi ha contribuito a questa stagione dovrebbe avere oggi il coraggio non solo di difendere la presunzione d’innocenza – principio fondamentale di ogni democrazia liberale – ma anche di rivendicare ciò che è stato realizzato. Non è né arroganza né rimozione: è responsabilità.
La giustizia farà il suo corso. Intanto, serve maggiore cautela nei giudizi e più rispetto per le persone coinvolte. Anche perché, lo sappiamo, quando la politica abdica al suo ruolo per paura o per convenienza, finisce per lasciare spazio solo al sospetto e al rancore. E non è così che si difende la legalità, né la buona politica.
Giorgio Gori
europarlamentare del Pd