Mille giorni di governo: l’arma segreta di Meloni è questa sinistra

La leader che doveva spaventare l’Europa finisce per rassicurarla, complici i passi falsi dei suoi critici. Fossi in Giorgia, darei ogni anno l’8 per mille al Pd

I primi giorni dopo la vittoria di Giorgia Meloni andare all’università era uno spasso. “Coi diritti sotto scacco, mi trasferisco a Parigi, non faccio crescere qui i miei figli”, mi diceva il solito collega frastornato che mi riportava subito al ‘94 o al 2002. Ai grandi classici dell’esilio, della fuga, del grand tour in cerca di paesi ancora democratici: “Avremo sempre Parigi!!”. Anche con Le Pen. E per la mia amica femminista questa prima donna premier che metteva in riga i soldatini del Quirinale simboleggiava un qualche timido avanzamento o un pericoloso arretramento? Naturalmente la seconda: biologicamente femmina, culturalmente fascia, in missione per conto del patriarcato. Peggio di un maschio. Scemo io a chiederlo.

“Stanno già stilando una prima lista nera di nemici della patria, alla faccia di chi diceva che il Fascismo è un’altra cosa”, scriveva Saviano, immaginandosi già in catene a Ventotene, ritrovandosi invece nel palinsesto Rai (ma subito specificando: “nella peggiore Rai di tutti i tempi”). Dopo due settimane, della Resistenza si erano già perse le tracce. Le accuse di fascismo erano diventate: gesticola troppo, si veste male, legge solo Tolkien, porta sempre la figlia in giro nei summit, non sta bene, non si fa. Lo share del governo cresceva. Giorgia prendeva il largo.

Sono davvero volati questi mille giorni di lei e di noi, tra battute, gag, Giambruno mollato su Twitter (secondo me vero turning point del consenso di Giorgia). E poi molto understatement romano, l’inglese imparato con Michael Jackson, l’“eyeroll” che ora fa impazzire la stampa straniera. Personaggio perfetto per questi tempi incredibili. Arrivata a Palazzo Chigi come un’“emergenza democratica”, in mezzo a tutto quel Trump-Musk-Putin-Milei-Orbán-Le Pen è diventata di gran lunga la più moderata di tutti, anche per gli elettori di sinistra. La sinistra – questa sinistra – è del resto la sua vera arma segreta. Fossi in lei, in lei Giorgia, darei ogni anno l’8 per mille al Pd. “Ogni tanto chiudo gli occhi”, mi dice ora un amico che tre anni fa era terrorizzato dall’arrivo del “fascismo in gonnella”, “e penso a Schlein nella sala Ovale tra Trump e Vance a gestire il caso Cecilia Sala o a ricomporre la frattura con Zelensky o qualsiasi altra cosa, e niente… mi vengono i brividi”.

Andrea Minuz

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