Il futuro dorato di Carlos D’Ambrosio è già iniziato

A Roma, nell’ultima uscita importante prima del Mondiale di Singapore, ha vinto i 200 stile libero davanti al campione mondiale James Guy, con il personale di 1.45.99. “Non mi aspettavo di batterlo”. Intervista al nuotatore azzurro

Carlos D’Ambrosio non ama la solitudine. Paradossale per chi ha scelto uno sport che costringe a fare avanti e indietro tra le corsie e ti lascia solo con i pensieri. “Cerco di stare in compagnia. Il nuoto è solitario e amo le gare perché devo tirare fuori la grinta, provando ad andare più forte degli altri e a batterli. Non mi piace stare troppo con i miei pensieri: due anni fa facevo ancora la scuola pubblica, mi allenavo al mattino presto, ero solo, non è stato semplice. Ora, ho tanti compagni, mi sprona”.

A volte sembra un veterano, altre, un semplice 18enne quando in realtà non lo è. “Ho 18 anni e non sono come gli altri”, canta Ariete e il motto vale per il nuotatore, tesserato con le Fiamme Gialle, nato a Vicenza, cresciuto a Napoli, trapiantato a Verona da quando ha 14 anni e scoperto da Emiliano Brembilla. “Papà giocava a calcio, mamma a basket e ho fatto un anno di pallacanestro e poi nuoto per seguire un amico. Ho un rapporto bellissimo con loro, quando possono ci sono sempre, anche alle gare minori. Mamma è cubana e sono davvero colpito dal suo essere solare, ride spesso, balla… io meno, solo a qualche festa: l’allegria l’ho presa da lei. Mi hanno insegnato umiltà e gentilezza”.

Mentre i suoi coetanei hanno terminato la maturità, lui ha da poco fatto gli scritti e tra qualche giorno affronterà gli orali. Il weekend antecedente alle prove era in piscina al Foro Italico, al Settecolli di Roma. Nel borsone, dove ha per scaramanzia un peluche a forma di rana, “non ricordo chi me l’abbia dato, ma è sempre con me”, forse c’era anche qualche libro. Di certo, c’era la solita energia che mette in acqua. “Cerco di essere concentrato, di curare i dettagli anche se è lecito staccare dal lavoro”.

A Roma, nell’ultima uscita importante prima del Mondiale di Singapore, ha vinto i 200 stile libero, la sua distanza (secondo nei 100), davanti al campione mondiale James Guy, con il personale di 1.45.99. “Non mi aspettavo di batterlo, sapevo che potevo giocarmela: lui ha nuotato tante volte a 1.45 ed era in fase di carico”.

Carlos D’Ambrosio (f oto LaPresse)

È severo con sé stesso, riconosce i propri limiti e ha le idee chiare. “Posso migliorare nelle subacquee e nel gestire l’ansia. Da piccolo mi attanagliava e capitava di sbagliare certe gare, ora sono cambiato. È merito dell’esperienza: ho capito da solo come fare. Prima delle gare, ascolto la musica, parlo con tante persone per non pensare alle competizioni”. Non sorprende che la cosa che ami di più del nuoto sia l’ambiente che ha trovato a Verona. “Mi piacciono le persone che fanno parte di questo mondo. Si creano amicizie e ci si incoraggia. Nel nostro sport è necessario essere costanti e presenti mentalmente: non si possono saltare allenamenti o si perde la sensibilità”.

Al Centro Federale Alberto Castagnetti, qualche volta, si è allenato con Federica Pellegrini e ora è al cospetto di campioni come Thomas Ceccon o Nicolò Martinenghi. A notarlo per primo, però, è stato Brembilla. “Emiliano è una bellissima persona. Mi ha dato tanti consigli e insieme al mio allenatore mi ha cresciuto, è anche grazie a loro se sono arrivato qui. Mi ha da subito detto di seguire il mio istinto, di fare quello che mi sento. Di fianco a me ci sono altri compagni di nazionale: qualche volta faccio sessioni con Martinenghi e Carini”. L’azzurro, specializzato nei 200 e 100 stile, nel palmarès ha già la partecipazione ai Giochi Olimpici di Parigi (il più giovane della spedizione), diverse medaglie a livello giovanile, il record italiano nei 200 strappato a Filippo Magnini e la convocazione per Singapore. I presupposti per l’identikit da predestinato ci sono e nonostante le spalle siano larghe, quel peso si sente. “C’è ma non troppo: non tutti hanno lo stesso programma di allenamento o percorso. La pressione esiste ma va sostenuta al Mondiale: è lì che conta fare un buon tempo”. D’Ambrosio dovrebbe fare 100, 200, staffetta 4×100 e 4×200. “Sono il più giovane, ma far parte di una Nazionale così forte mi spinge a dare il massimo, devo sempre cercare di prendere i più grandi”.

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