La bandiera d’Israele non si tocca

L’Islanda vuole proibirla al prossimo Eurovision, ma si ragiona anche sulla possibilità di sospendere la partecipazione israeliana “finché non saranno disponibili indagini internazionali con risultati conclusivi”. Pagliacci nordici

Capita spesso che la Scandinavia ecceda in antisemitismo. Il Consiglio comunale di Trondheim, la seconda città norvegese famosa per l’aurora boreale, ha approvato una mozione che chiede ai residenti di boicottare personalmente i beni israeliani. Una città che aspira a essere “deisraelizzata”, come i comuni denuclearizzati in Italia. Ora agli artisti israeliani che si esibiscono all’Eurovision dovrebbe essere consentito di esibirsi sotto una “bandiera neutrale”, ha suggerito il presidente dell’emittente nazionale islandese. Scrivendo sul quotidiano islandese Visir, Stefán Jón Hafstein ha invitato l’Unione Europea a rivedere le sue proposte relative all’inclusione di Israele nei futuri eventi dell’Eurovision, fra cui la possibilità di sospendere la partecipazione israeliana “finché non saranno disponibili indagini internazionali con risultati conclusivi”. “Al massimo, agli artisti israeliani indipendenti è consentito competere sotto una bandiera neutrale, a condizione che dichiarino di sostenere i valori fondamentali dell’Eurovision, compresi i diritti umani per tutti”, ha scritto Hafstein.

La Ue discuterà la richiesta islandese. Le bandiere di Israele vengono bruciate in tante piazze d’Europa e nelle manifestazioni pro Gaza (che sono spesso pro Hamas). E sono calpestate a ogni angolo di strada e palazzo in Iran, assieme a quelle americane. Entrambi, pacifisti antisemiti occidentali e guerrafondai iraniani, ammettono orgogliosamente di odiare gli ebrei e tutto ciò che è ebraico. Questo Hafstein sicuramente propone l’esclusione del drappo bianco e azzurro con la stella di Davide per ragioni meno sfacciate e più nobili, “inclusive” diciamo. Allora qualcuno dovrebbe subito proporre di cambiare la bandiera nazionale islandese: c’è quella grossa croce che stona tanto secondo i fantastici canoni dell’inclusione. Al suo posto ci mettano un Pokémon o una mezzaluna.

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