A Carugate il primo impianto italiano per mezzi pesanti e la logistica. Il progetto “H2iseO Hydrogen Valley” rappresenta un unicum nel paese, un cambiamento che unisce (e pulisce) l’Europa
Ci credevano in pochi. Qualcuno pensava che fosse un modo per buttare la palla in tribuna nella prospettiva remota di arrivare alle zero emissioni. Ma ora, mentre a livello europeo il Green deal sembra sull’orlo del baratro politico (troppo alto il costo economico) qualcosa accade. Oggi infatti la mobilità spinta dai motori a idrogeno è una realtà, soprattutto nel mondo della logistica e dei mezzi pesanti. La notizia lombarda è che in questi giorni è stata presentata a Carugate, lungo la tangenziale est di Milano, la prima stazione di rifornimento per l’idrogeno in Lombardia, primo passo verso la realizzazione di una rete nazionale dedicata alla mobilità stradale a idrogeno. Perché i motori a idrogeno sono considerati più adatti ai veicoli pesanti, come camion e autobus, a causa della loro capacità di offrire maggiore autonomia e tempi di rifornimento rapidi, paragonabili a quelli dei veicoli tradizionali, rispetto ai veicoli elettrici a batteria. Inoltre, l’idrogeno può essere stoccato in serbatoi di capacità maggiore, permettendo distanze maggiori con un singolo pieno, un aspetto cruciale per i veicoli che devono percorrere lunghe tratte. Buon cosa per un comparto, quello della logistica, che ha trovato in Lombardia il suo habitat. E per la Lombardia contenere le emissioni nocive, in particolare nella distribuzione delle merci – settore in forte crescita – è strategico. Il mondo dell’industria sta lavorando a pieno regime per mettere sul mercato veicoli affidabili e una rete distributiva che si sta allargando.
In Europa presto le stazioni di rifornimento arriveranno a quota 450. Germania e Francia guidano la transizione. Negli ultimi due anni, il numero complessivo di veicoli alimentati a idrogeno in circolazione in Europa ha raggiunto quote che arrivano a 6.000. In Italia, secondo le proiezioni di H2IT (Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile), l’idrogeno avrà un ruolo sempre più importante per una mobilità sostenibile. Entro il 2050 si stima che sulle strade italiane circoleranno oltre 20 mila autobus e circa 50 mila camion alimentati a idrogeno. Questo conferma quanto questa tecnologia sia strategica per ridurre le emissioni e inquinare meno.
Alberto Dossi, presidente H2IT, ha ricordato che “con l’idrogeno, a partire dal 2022, abbiamo fatto enormi passi avanti. Oggi parliamo di progetti in fase di realizzazione. L’idrogeno è una filiera lunga e complicata ma il trend è sempre e comunque positivo, l’idrogeno sarà uno dei combustibili che permetterà di arrivare al net zero del 2050”.
La Lombardia sta sviluppando l’industria dell’idrogeno, puntando sulla creazione di una filiera integrata che coinvolga aziende, enti di ricerca e istituzioni regionali. H2Energy, con sede in provincia di Cremona, ha già avviato il primo impianto italiano di idrogeno verde da 1 mw e ricopre il ruolo di capofila nella regione. Un altro esempio concreto è l’accordo tra Tenaris, Snam ed Edison per la produzione di idrogeno verde nell’acciaieria di Dalmine (Bergamo).
Sono molte le aziende del settore automotive che stanno mettendo sul mercato veicoli commerciali a idrogeno. Stellantis si è portata avanti, con una serie di investimenti sulle celle a combustibile idrogeno e conta già una folta gamma di veicoli. Purtroppo la produzione non è in Italia, ad esempio la giga-factory di celle a combustibile SymphonHy è in Francia, in joint venture “Symbio” tra Forvia, Michelin e Stellantis. Lo stabilimento Stellantis di Hordain (Francia) ha avviato da tempo la produzione in serie dei veicoli commerciali leggeri Peugeot Expert, Citroën Jumpy e Opel Vivaro nella versione a idrogeno. Anche Toyota ha sviluppato e la terza generazione delle sue fuel cell, le celle a combustibile alimentate a idrogeno. Sono solo alcuni esempi. Iveco, Volvo e Daimler Truck lavorano per favorire la realizzazione di otto stazioni di rifornimento di idrogeno per veicoli pesanti nell’ambito del programma Connecting Europe Facility, progetto finanziato dal programma Clean Hydrogen Partnership, con 30 milioni di euro.
Anche la Lombardia prova a correre, grazie a Fnm, la holding regionale della mobilità, voluta da Bobo Maroni e oggi guidata da Andrea Gibelli. Il primo progetto avviato, “H2iseO Hydrogen Valley”, rappresenta un unicum nel paese e poggia su di un sistema di mobilità sostenibile in Val Camonica, lungo la linea ferroviaria non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo, grazie ai convogli a idrogeno. Saranno 14 i nuovi treni a idrogeno in sostituzione dell’intera flotta diesel oggi circolante. Il progetto prevede la realizzazione di tre impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni di CO2 (a Iseo mediante tecnologia Steam Reforming del biometano, con energia elettrica rinnovabile e cattura della CO2; a Brescia e ad Edolo mediante tecnologia a elettrolisi partendo da energia elettrica da fonte rinnovabile). Ci sarà anche un impianto di rifornimento mobile a Rovato.
Ed eccoci al nuovo punto rifornimento che debutta a Carugate. L’impianto realizzato è il primo di cinque interventi e sarà in grado di rifornire sia veicoli leggeri che mezzi pesanti. Il progetto si inserisce nel più ampio contesto delle politiche europee per la decarbonizzazione e la transizione verso la neutralità climatica e rappresenta un contributo significativo verso un sistema di trasporti sempre più innovativo, efficiente e a basse emissioni. “Con l’apertura della stazione a idrogeno di Carugate Est, situata in un’area strategica per il trasporto e la logistica – spiega il presidente di Mise Elio Catania – si favorisce il transito di veicoli a idrogeno lungo l’asse Europa-Genova, supportando la logistica verso Svizzera e Germania”. L’intero progetto prevede un investimento complessivo di 55,4 milioni di euro, finanziato da fondi nazionali ed europei stanziati dal Pnrr e dall’Unione europea, nell’ambito del programma Cef – Transport Alternative Fuels Infrastructure Facility finalizzato alla decarbonizzazione dei trasporti lungo la rete Trans-European Transport Network. Fondamentale è accelerare lo sviluppo delle infrastrutture per l’utilizzo dell’idrogeno come carburante lungo i principali corridoi stradali del nord Italia. “Contribuiamo con impegno a rendere il territorio sempre più sostenibile, attraverso progetti che generano valore per l’ambiente e le comunità, anche a livello nazionale ed europeo”, aggiunge l’amministratore delegato di Mise, Ivo Roberto Cassetta.