Hamilton spera che l’aria di Silverstone possa togliere il mal di Ferrari

Il pilota inglese torna a correre nel circuito di casa per la prima volta alla guida della Rossa. “Qui ho vissuto alcuni dei momenti più indimenticabili della mia carriera, con il pubblico sempre al mio fianco. Arrivare qui per la prima volta con la tuta Ferrari è qualcosa di davvero speciale”

Il re sta tornando a casa. Anche ora che è un re nudo, Sir Lewis Hamilton resta il sovrano di Silverstone. Nove vittorie, sette pole, una marea di tifosi che per un weekend lo trasformano in vera e propria rockstar. Nulla è come Silverstone per Lewis che per l’occasione riporterà in pista anche Roscoe, probabilmente il bulldog più famoso e coccolato del mondo. Certo, deve ancora capire cosa può diventare Monza per chi si presenta all’Autodromo Nazionale con una tuta rossa, ma forse non è proprio l’anno giusto per comprenderlo davvero. Silverstone, là dove tutto nacque il 13 maggio 1950 su un vecchio aeroporto militare trasformato in circuito, è qualcosa di particolare per l’ex ragazzino di Stevenage che è cresciuto sognando di arrivare un giorno a correre su una delle sue piste preferite alla PlayStation.

Silverstone si è accorta di Hamilton ancora prima che debuttasse in Formula 1, quando nel 2006, alla fine dell’era Schumacher, si corse la gara di Gp2 nel weekend del Gran premio. Hamilton era in lotta per il titolo con Nelsinho Piquet. In quel weekend Hamilton vinse entrambe le tappe e soprattutto effettuò una manovra rimasta leggendaria, andando a infilare Piquet mentre il brasiliano era in lotta con il monegasco Clivio Piccione. Un doppio sorpasso che fece dire al suo team manager dell’epoca: “Con questa manovra Lewis ha ucciso Piquet”. Il suo team manager alla Art Gp era un certo Fred Vasseur. Corsi e ricorsi.

Quasi vent’anni dopo rieccoli ancora insieme a Silverstone a lasciare il segno. “Questa è la gara di casa di Lewis e sarà particolarmente motivato a fare bene, anche grazie all’enorme sostegno che riceve sempre qui”, ha detto Vasseur che a Silverstone tornerà regolarmente al muretto dei box.

Hamilton non arriva alla gara di casa come avrebbe desiderato. Non è ancora salito sul podio, ha un bilancio negativo (in gara e in qualifica) con Leclerc, non ha mai trovato il feeling giusto con la SF-25 che tra le sue mani si è accesa solo in Cina, un’altra pista che ama. Chissà che Silverstone non possa riaccendere certe sensazioni, soprattutto dopo gli ultimi aggiornamenti sulla monoposto: “Silverstone è da sempre molto più di un circuito per me. Qui ho vissuto alcuni dei momenti più indimenticabili della mia carriera, con il pubblico sempre al mio fianco. Arrivare qui per la prima volta con la tuta Ferrari è qualcosa di davvero speciale. Ho scritto tante pagine bellissime della mia storia su questa pista, e per me adesso è molto importante scrivere questo capitolo insieme alla Ferrari. Sono orgoglioso di vestirmi di rosso qui, e non vedo l’ora di provare di nuovo quell’energia incredibile che solo il pubblico di Silverstone sa dare”.

L’anno scorso, quando a sorpresa tornò alla vittoria, fu qualcosa di speciale. Un giorno che non scorderà mai anche sera la nona vittoria a casa sua: “Ci sono alcune sezioni che sono davvero speciali, ma Copse e poi Maggots e Becketts… sono qualcosa di unico – dice raccontando la pista – Questo tratto è velocissimo e quando fai tutto alla perfezione ti sembra davvero di volare. Ma ciò che rende Silverstone davvero speciale per me è l’atmosfera. C’è una ragione se sono salito sul podio così tante volte qui, ed è l’amore dei tifosi. Dalla mia prima vittoria nel 2008, fino alla nona, dell’anno scorso, il pubblico è sempre stato con me, e ovunque io sia in pista, riesco a sentire la loro energia dall’abitacolo”.

Aria di casa per provare a volare davvero con una macchina che finora lo ha deluso e non gli ha permesso di guidare come piace a lui fino a fargli arrivare a dire in più di un’occasione: “Dobbiamo cominciare a concentrarci sul 2026”. Anche se non è da lui. Perché il suo mantra è sempre un altro: “Fai tante domande, prenditi il tuo tempo e impara dagli errori. Tutti possiamo cadere, ma è il modo in cui ci rialziamo che ci definisce. Non bisogna mollare mai”. Neppure se guidi una Ferrari come questa.

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