“Quello che so di te” nell’anno dello Strega tutto famigliare

Dopo essere già entrata in cinquina nel 2019, Nadia Terranova è di nuovo finalista e indaga sulla sua bisnonna Venera, internata cento anni fa. Mentre sull’utero duella con Ippocrate

Ultimo carotaggio Strega. Il lettore sa che i risvolti di copertina – spesso scritti o suggeriti dall’autore medesimo – ingannano. Quale salumiere direbbe mai che il suo prosciutto è rancido? Marshall McLuhan suggerisce di andare a pagina 69, quando i fuochi d’artificio e le esibizioni iniziali hanno perso grinta e splendore. Nadia Terranova è finalista quest’anno con “Quello che so di te” (Guanda), presentato da Salvatore Silvano Nigro. Era già entrata in cinquina nel 2019 con “Addio fantasmi”.

A pagina 69, c’è l’indagine sulla bisnonna Venera. Internata cento anni fa, come sta scritto nell’incipit della prima parte intitolata “Uno strano potere” (è la maternità, suggerisce una citazione di Virginia Woolf che di figli non ne ebbe mai). Si apre con due righe da un manuale diagnostico: “Disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici”. Il medico deve valutare i fattori di stress, eventualmente indicare se i disturbi sono cominciati post partum.

La precisione diagnostica trova ostacoli nella realtà: la nascita di una bambina morta. Va considerata un aborto, oppure un parto con conseguenze. “Venera dove sei?”, domanda Nadia Terranova. Una sbirciatina alla pagina precedente mostra che stavamo leggendo la voce “PSICOSI”, in dialetto messinese “Scantàta”. Passiamo alla voce, o meglio al prefisso, “ISTERO-”, da tradursi in dialetto come “Scattiàta”, che sta per “agitata”.

Siamo all’utero, “causa di tutte le malattie delle donne” – secondo il Corpus Ippocraticum, lo precisiamo perché le virgolette non le nota più nessuno. “La gravidanza come condizione ideale che assorbe gli umori”. Passiamo dal virgolettato di Ippocrate alle virgolette di Nadia Terranova, in nobile gara con il maestro: “Sarebbe inorridito o fiero Ippocrate delle mie pagine piene di secrezioni femminili, dal sangue al latte?”. Il lettore assiste perplesso alla singolar tenzone. La lettrice non si sa, ci hanno fatto credere che sia una specie a parte.

Dove il manuale di medicina non arriva, c’è un incantesimo. Risale alla metà dell’800, abbiamo sbirciato a pagina 98 per capire che la misteriosa ragazza che a pagina 99 segue certi militari dalle parti di Treviso viene da un circo. E’ parte della Mitologia famigliare, quel che più modestamente Sigmund Freud chiamava Romanzo famigliare. La zingara circense è decisamente sveglia, Terranova le attribuisce pensieri sensati, se non profondi: “Sa che qualsiasi cosa dica, quelli prenderanno la buona sorte per imbroglio e la cattiva per malaugurio”. Scrive numeri su piccoli pezzi di carta, l’uccello spelacchiato che tiene sulla spalla ne sceglierà uno per ogni consultante. “Volete sapere a che età morirete?”.

Rullo di tamburi (lo aggiungiamo noi per la suspense). La zingarella: “Volete sapere a che età morirete?” Siamo pronti a scommettere – il seguito è piuttosto telefonato – che si farà avanti un coraggioso antenato. Il 2025 allo Strega è l’anno dalla famiglia. E delle eredità, non soltanto letterarie. La sera di giovedì 3 sapremo chi vince, e berrà il liquore dello sponsor a canna.

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