Il ministro dell’Agricoltura di ritorno da un viaggio negli Stati Uniti: “Sarebbe meglio zero dazi, ma il 10 per cento è accettabile. Il Mercorsur? Presenta delle opportunità, ma anche dei rischi da evitare per i nostri agricoltori”
“Questa tre giorni molto intensa negli Stati Uniti è il segnale che con Washington il rapporto è ottimo. Sono stato il primo ministro dell’Agricoltura di un paese dell’Ue a essere ricevuto alla Casa Bianca. E il primo viaggio della segretaria americana all’Agricoltura, la mia amica Brooke Rollins, è stato proprio a Roma, il due giugno”. Francesco Lollobrigida è di ritorno da un viaggio negli Usa, particolarmente significativo perché avvenuto nel bel mezzo delle trattative sui dazi tra Unione europea e Stati Uniti. “La trattativa è portata avanti dai commissari europei, e non su un modello bilaterale”, premette il ministro dell’Agricoltura. “Cionostante, sia nell’incontro di inizio giugno che in questo a Washington abbiamo esposto le nostre ragioni sul perché pensiamo che le politiche tariffarie non siano una buona soluzione”. Al tavolo delle trattative tra Bruxelles e Washington sta emergendo sempre più una posizione realista che considera accettabili dazi al 10 per cento nei confronti delle esportazioni europee negli Usa. “E’ chiaro che per un paese esportatore come il nostro sarebbe meglio non ci fosse alcun dazio, che può essere un problema”, argomenta Lollobrigida parlando col Foglio. “Ma mentre si partiva da ipotesi di dazi al 200 per cento che sarebbero stati inaccettabili, un 10 per cento anche secondo i diversi operatori che operano nel mercato potrebbe essere più facilmente spalmato su tutta la filiera dell’export. Quello che mi sono premurato di spiegare ai miei colleghi americani è che alcuni prodotti hanno un effetto di moltiplicazione del loro valore che rappresenta una ricchezza anche per loro. Per questo su alcuni beni come il Parmigiano o i nostri vini, la nostra attenzione è massima nell’evitare l’imposizione di dazi. Ma è qualcosa che, ripeto, si sta portando avanti come interlocuzione a livello europeo. Noi possiamo più che altro fare da ponte per avvicinare le diverse posizioni”. Anche sulla possibilità di arrivare a una proroga oltre il 9 luglio, paventata dalla stessa Amministrazione Trump, Lollobrigida riconosce che “è come se ci fosse stato un cambio di fase. Lo stesso Trump si è detto disponibile a trovare una soluzione, a fronte di una serietà da parte dell’Ue, cosa che anche il presidente americano ha riconosciuto. Ho come l’impressione che qualcuno all’inizio puntasse più a dividere il fronte europeo nel dialogo con gli Usa, e invece poi c’è stato il gran lavoro portato avanti da Meloni e von der Leyen per evitare davvero che scoppiasse una guerra commerciale”.
A proposito di guerra commerciale, nelle ultime settimane sembrano essersi allineate le posizioni di Francia e Italia nell’opposizione al Mercosur. Ma non sarebbe anche quello un modo per espandere mercati e abbattere i dazi? “Il comunicato congiunto sottoscritto con la ministra francese dell’Agricoltura Annie Genevard è frutto di priorità incrociate: loro sono fortemente contrari al Mercosur, come paesi come l’Irlanda o la Polonia, che temono ripercussioni per alcuni settori specifici. Per noi invece la priorità, in questo schema, è evitare rischi per gli agricoltori che potrebbero derivare dall’istituzione di un fondo unico europeo che possa un domani dare meno risorse all’agroalimentare”, dice Lollobrigida. “Io credo che il Mercosur possa rappresentare un’opportunità. Ma va evitata una competizione al ribasso sui prezzi. Sapendo che su alcuni settori come quello risicolo, della carne, ci sono delle grosse criticità che rischiano di svantaggiarci rispetto all’apertura di quei mercati”.
Sempre occupandosi di dazi, l’organizzazione che raggruppa più di 500 aziende e 900 marchi dell’agroalimentare Union Food qualche settimana fa si era scagliata contro quelli che considera autodazi, ovvero i paletti imposti dal ddl che introduce nuovi reati e aumenta le sanzioni allo scopo di contrastare le frodi alimentari, in discussione in Parlamento. Come risponde a queste criticità? “Quel testo raccoglie una serie di proposte trasversali presentate dalle forze politiche. Ma anche il lavoro portato dalla commissione Caselli nel 2015. Ovviamente saranno auditi e ci aspettiamo che ci facciano delle proposte migliorative”, conclude allora il ministro Lollobrigida. “Il nostro obiettivo è evitare frodi salvaguardando il consumatore, che merita di sapere da dove arrivano i prodotti che sta acquistando. Ma non abbiamo alcuna preclusione ideologica e siamo pronti ad ascoltare tutti”.