Giornalista licenziato per aver detto verità sgradite su Hamas e Israele. Il caso Kupchik

Se metti in discussione le notizie che arrivano dalla Striscia e difendi Israele in occidente vieni messo alla porta: lo insegna la vicenda del commentatore di LN24, in Belgio. Gli insulti all’Idf a Glastonbury e le accuse di Starmer alla Bbc

Qualche settimana fa a Bruxelles andava in scena il “Festival della Resistenza”. Una rievocazione del 7 ottobre con i terroristi vestiti con kefiah e abiti militari che simulano attacchi mortali. Altri sono a terra, simulando i cadaveri. Jean Spinette, sindaco socialista di Saint-Gilles, il comune di Bruxelles che ha autorizzato l’evento, ha detto di aver consultato la polizia prima di dare il via libera alla manifestazione. “Le informazioni in nostro possesso non consentivano un divieto a priori senza compromettere la libertà di espressione”. Libertà di espressione a targhe alterne. Perché se metti in dubbio le notizie che arrivano da Gaza e difendi Israele vieni licenziato. Non a Teheran, a Sanaa, a Beirut, a Baghdad, al Cairo o a Gaza, ma in Belgio. Durante la trasmissione “Bonsoir chez vous” di LN24 si è svolto un dibattito sulla manifestazione “Tracciate una linea rossa per Gaza” tenutasi il giorno prima a Bruxelles. Tra i commentatori in studio c’era Alain Kupchik, volto noto di LN24. “I camion non hanno mai smesso di arrivare a Gaza” ha detto Kupchik. “Descrivere Netanyahu come l’affamatore di Gaza è una bufala”.

Di fronte allo scandalo, il canale LN24 ha deciso di rimuovere il commentatore e ha definito i commenti di Kupchik “scandalosi, scioccanti e falsi”. “Non vedrete più questo editorialista in onda”, ha annunciato Jim Nejman, caporedattore di LN24. La sequenza è stata rimossa anche dalla replica. “Niente nei miei interventi nega la portata o la gravità delle perdite umane a Gaza” ha risposto Kupchik, che partecipava a questo programma in qualità di editorialista dal 22 dicembre 2022. “Il mio intervento si è concentrato sulla narrazione, sulla sua costruzione, sui suoi punti ciechi e sul modo in cui certi discorsi impediscono qualsiasi complessità, qualsiasi riflessione. Da quando ho parlato, sono stato definito malato, fascista e squilibrato. Una sequenza è stata tagliata, tutto ciò che la precedeva e la seguiva è stato cancellato. Non ho insultato nessuno. Non ho attaccato nessuno. Ho solo parlato. Ma è chiaro che in questo paese certe parole, anche quelle vere, anche quelle documentate, anche quelle documentate, sono sufficienti a renderti un bersaglio”.

Intanto l’imam brussellese Mohamed Toujgani, a cui il governo federale aveva ritirato il permesso di soggiorno e impedito l’accesso al territorio belga per dieci anni, per aver invitato a “bruciare gli ebrei”, è stato riammesso a Bruxelles dai magistrati.

Kupchik non si pente delle sue dichiarazioni e non è sorpreso dalla piega che hanno preso gli eventi. “Non mi pento di nulla. Questo episodio ricompone tutti i pezzi del puzzle della mia vita”. Non si tratta di essere pro o contro Israele. “Si tratta di libertà di espressione e di pensiero. Si può affermare che lo stato di Palestina esisteva prima che Israele vi fosse istituito. E io sono quello accusato di negazione dell’Olocausto… E’ un circo”.


Nelle stesse ore c’era il Glastonbury Festival in Inghilterra. Un tempo, Glastonbury era una grande festa della pace e dell’amore con un’estetica hippie un po’ tediosa. Ma ora tutti sembrano apprezzarla soprattutto per le esortazioni all’omicidio. Di chi? Beh, degli israeliani, ovviamente.

Un duo rap chiamato Bob Vylan aveva un coro orecchiabile che recitava “Morte, morte alle IDF!”. Pascal Robinson-Foster, il frontman del gruppo che si esibiva, ha anche inveito contro il capo “sionista” di una casa discografica per la quale aveva lavorato. Le Forze armate d’Israele possono badare a se stesse, ma il festival è stato trasmesso in diretta dalla Bbc, che è finanziata da un canone imposto dal governo al pubblico britannico e che quindi dovrebbe essere “notoriamente imparziale”. La Bbc ieri si è scusata per aver trasmesso il coro d’odio di Bob Vylan e ha affermato che “col senno di poi avremmo dovuto interrompere lo streaming durante l’esibizione”. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha detto che “la Bbc deve spiegare come queste scene sono state trasmesse”. In realtà c’è poco da spiegare, va avanti così dal 7 ottobre 2023. E ora si caccia anche chi non legge dal gobbo che Hamas ha piazzato nelle tv e nei giornali occidentali.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.

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