I terroristi in Europa sono sempre più giovani. Jihadismo, neonazismo e minacce ibride

Nel 2024 quasi un sospettato su tre aveva meno di vent’anni, dice l’Europol. L’Italia è il paese con più attacchi, la Germania quello con più vittime

Berlino. I sospettati di terrorismo nei paesi europei sono sempre più giovani: nel 2024 quasi uno su tre aveva meno di vent’anni, incluso un dodicenne. Lo scorso anno sono stati registrati 58 attacchi terroristici nell’Unione, di cui 34 portati a termine, 5 falliti e 19 sventati. 24 attacchi sono stati attribuiti al jihadismo, che è stato anche il più letale (5 vittime e 18 feriti), 21 attacchi sono stati attribuiti all’insurrezionalismo di sinistra e anarchico, un attacco invece all’estrema destra. Altri atti di terrorismo e sabotaggio vengono indagati come commissionati da stati extra-europei o non hanno una diretta classificazione politica. Lo scenario è descritto nel nuovo report 2025 dell’Europol sulla minaccia terroristica nell’Unione europea. “Assistiamo a un preoccupante aumento del numero di minori e giovani coinvolti in attività terroristiche e di estremismo violento. I gruppi terroristici prendono di mira individui vulnerabili, soprattutto quelli che lottano con problemi di salute mentale, isolamento sociale o dipendenza digitale”, dice Catherine De Bolle, direttrice esecutiva dell’Europol. Tra i giovanissimi, la maggior parte dei sospettati è di sesso maschile, soprattutto collegati a jihadismo ed estremismo di destra. Nelle comunità online ultra-violente che attraggono gli adolescenti si vedono anche crescenti sovrapposizioni tra varie ideologie, con un ruolo di impostazioni accelerazioniste e l’emergere di ibridazioni con satanismo e occultismo (come nel caso delle reti note come “764” o “Com”).

L’Europol sottolinea inoltre l’impatto dei conflitti geopolitici nell’attività e nella propaganda estremista. La guerra a Gaza ha portato a “numerosi attacchi e appelli alla violenza in tutto lo spettro ideologico”. Anche la guerra in Ucraina è stata usata fortemente per narrazioni estremiste, mentre la caduta del regime di Bashar el Assad in Siria preoccupa per i dubbi sulla “capacità della nuova leadership di combattere il terrorismo”. Si intensificano intanto l’uso a livelli “senza precedenti” dell’intelligenza artificiale da parte di gruppi violenti e la crescita della produzione clandestina di armi a stampa 3D.

Nel 2024 le persone arrestate in Unione europea per reati di terrorismo sono state 449. Anche per gli arresti la maggior parte riguarda il jihadismo (289), seguito dal terrorismo di destra (47), di sinistra e anarchico (28) e da altre forme (tra cui gli etnonazionalismi). I reati più ricorrenti sono stati l’appartenenza a un’organizzazione terroristica, la pianificazione o la preparazione di un attacco e la creazione e/o diffusione di propaganda.

Secondo i dati riportati dall’Europol, il paese con più attacchi terroristici è stato lo scorso anno proprio l’Italia (20 dei 58 totali), seguito da Francia e Germania. Il dato italiano è definito in questo caso soprattutto da attacchi della sinistra estrema o dell’insurrezionalismo anarchico (18 su 20), cioè primariamente atti incendiari o esplosivi indirizzati contro industrie, infrastrutture critiche e statali. In Italia si è svolto lo scorso anno anche il solo attacco terroristico considerato di estrema destra: il tentato incendio di un centro islamico a Montello (18 marzo 2024), per cui è stato arrestato un 50enne. Sul fronte della destra estrema, il report cita anche gli arresti, effettuati lo scorso dicembre dalla Polizia italiana, di 12 persone accusate di far parte di un gruppo suprematista autodefinitosi “Werwolf division”.

Per quanto riguarda gli atti di terrorismo più letale, invece, resta centrale la violenza politica in Germania. L’Europol cita l’attacco di Solingen dell’agosto 2024, rivendicato dall’Isis, in cui un 26enne siriano ha assassinato con un coltello tre persone (ci sono stati altri attacchi jihadisti in Germania, prima e dopo). Sul fronte dell’islamismo radicale vengono sottolineate anche le operazioni che hanno sventato atti terroristici potenzialmente gravissimi, ad esempio l’arresto di un 19enne jihadista che voleva assaltare un concerto di Taylor Swift a Vienna. Altre azioni anti jihadismo si sono rivolte all’apparato propagandistico, come nel caso dell’operazione congiunta europea e statunitense contro la Fondazione I’lam, cruciale infrastruttura mediatica online legata all’Isis. Il report dell’Europol sarà da integrare con gli esiti dei processi relativi alle accuse di terrorismo emerse nel 2024. Quello che intanto può essere constatato è uno scenario di minacce crescenti e talvolta sempre più ibride, in cui molteplici estremismi sono in conflitto ma, contemporaneamente, si nutrono a vicenda.

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