La presidente del Consiglio all’Aia si è mossa dentro la cornice costruita attorno a Donald Trump. L’impresa titanica di investire il 5 per cento del pil nella Difesa e il vertice con Zelensky
L’Aia, dalla nostra inviata. Sembrava esserci un’intesa silenziosa tra i leader dei paesi dell’Alleanza atlantica: parliamo poco, muoviamoci il minimo, mostriamoci soltanto se è necessario. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è mossa dentro questa cornice costruita attorno a Donald Trump. Gli altri leader, ognuno con i suoi problemi di fronte all’impegno di investire il 5 per cento del pil nella Difesa, hanno rilasciato poche dichiarazioni e hanno lavorato dietro le quinte. L’impegno a investire c’è, sul come ogni stato lo farà, persistono i dubbi che si leggono sui volti di molti leader, incluso quello di Giorgia Meloni. L’impresa è titanica per tutti, tranne che per i paesi baltici e per la Polonia, che si sono mossi in anticipo sotto l’urgenza dettata dalla minaccia russa. All’Aia si riconoscono i meriti dello sforzo di chi, come l’Italia, con i propri problemi strutturali e pur non percependo la minaccia diretta, ha deciso di sottoscrivere l’impegno con il resto dell’Alleanza.
Ogni leader ha cercato di promuovere le sue necessità e quelle dell’Italia sono concentrate sul Mediterraneo, senza togliere sostegno all’Ucraina: ieri Meloni ha partecipato al vertice con Zelensky assieme ai leader di Francia, Germania, Polonia e Regno Unito per parlare di nuove sanzioni alla Russia. Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, in conferenza stampa ha citato direttamente il Mediterraneo, dicendo che lo spostamento della flotta russa dalla Siria alla Libia, quindi ai nostri confini, è un rischio concreto da contenere. L’accelerazione delle manovre di Mosca nel Mediterraneo ha messo i confini meridionali dell’Alleanza al centro di alcune discussioni all’Aia. Giorgia Meloni lo scorso anno aveva perorato la scelta di un rappresentante italiano per il fianco sud, ma l’ex segretario generale Jens Stoltenberg aveva preferito consegnare le deleghe allo spagnolo Javier Colomina. All’Aia, l’Italia è tornata a promuovere la nomina di un italiano, che potrebbe realizzarsi, anche se non è chiaro in quale veste, visto che Colomina ha preso servizio da meno di un anno.