Il segreto del cigno. La nuova biografia della principessa Kate Middleton

Il libro scritto da Paola Calvetti racconta la storia della principessa del Galles e spiega che bisogna servire la monarchia, non servirsene. Lei lo ha capito, le altre no

Ultimamente gli Esteri sono alquanto ansiogeni. Si accoglie quindi con sollievo la nuova biografia di Catherine Middleton in Windsor, di professione principessa del Galles (“Il segreto del cigno”, Mondadori), anche perché Paola Calvetti ha fatto un ottimo lavoro e il libro è ben documentato e ben scritto. Dopo quattordici anni di matrimonio con William, tre figli, un cancro sconfitto, l’ex “Kate” sembra aver superato l’esame di maturità della regalità. Ha molti pregi: è bella, elegante, riservata, popolare, benefica, sta simpatica a Carlo III e antipatica (ricambiatissima, pare) alla cognata Meghan, una donna che tutti adoriamo detestare. Mai una frase o un tailleur sbagliati. Quasi perfetta, insomma, se si eccettua il famigerato pasticcio del 10 marzo 2024, la fotografia ritoccata, e ritoccata male, di Kate con i tre figli: non era mai successo che l’Ap dovesse ritirare un’immagine diffusa da Kensington Palace perché taroccata. Alla fine, se ne assunse la responsabilità proprio lei, che probabilmente non l’aveva (l’eventuale addetto stampa colpevole può ringraziare di vivere nel XXI secolo, con i Tudor o anche gli Stuart le teste volavano per molto meno). Aggiungerei che un altro difetto di Catherine è di essere troppo elegante, troppo stilosa, troppo impeccabile, insomma di seguire la moda invece di crearla. A casa Windsor un po’ di eccentricità è invece richiesta e forse necessaria. Vedi Elisabetta II, che riusciva a portare dei colori impossibili che avrebbero trasformato chiunque altra in Sbirulino e che su di lei risultavano perfetti. Vittoria era alta un metro e un tappo, aveva degli occhi da batrace e vestiva notoriamente malissimo: ma nessuno avrebbe avuto alcun dubbio su chi fosse la Regina. Kate, che lo diventerà, non ha ancora raggiunto questi livelli, ma ce la farà (forse).



Di certo, è lei il futuro della monarchia. Carlo III è un uomo sottovalutato, ma non c’è dubbio che il suo sarà un regno di transizione. Il futuro Guglielmo V, ammesso che decida di regnare con il suo nome, appare coscienzioso, equilibrato, ben intenzionato e, diciamo così, non propriamente debordante di carisma, oltre ad aver fatto alcune preoccupanti dichiarazioni sulla necessità di “modernizzare” la monarchia che invece vogliamo com’è e com’era, con le corone e i pennacchi e le carrozze, altrimenti tanto vale stipendiare un qualunque presidente. Qui sta forse il paradosso. L’ultima monarca davvero monarchica è stata Elisabetta. Se credesse sul serio di essere stata scelta da Dio per regnare, non lo sapremo mai. Ma era nata nel 1926, cresciuta in palazzi dove i valletti portavano la parrucca incipriata, il papà era ancora Imperatore dell’India e aveva fatto in tempo a frequentare i nonni Giorgio V e Mary che indossavano frac e tiara anche quando cenavano da soli, insomma veniva da un altro mondo. Credo quia absurdum. I suoi successori sanno invece di regnare per volontà della Nazione, non per grazia di Dio.

Leggono i sondaggi, e si comportano di conseguenza. Il paradosso, allora, è che chi crede ancora nell’insensato misticismo della monarchia non sono i porfirogeniti, ma chi non c’è nato. Come, appunto, Kate. Poi si può malignare che si sia allenata a farlo fin dall’età della ragione, spronata dalle ambizioni di mamma Carole, spesso dipinta come una lady Macbeth per interposta figlia. Sta di fatto che Katherine ha capito quello che è sempre sfuggito alla povera Diana e figuriamoci a Meghan: entrare nell’istituzione vuol dire servirla e non servirsene. Sposare un Windsor non significa cercare la propria personale felicità e nemmeno entrare nello show biz. Vuol dire fare un lavoro duro, impegnativo, dove non sono previste vacanze né ammesse distrazioni, se necessario portando in testa oltre alla corona anche le corna, autoconvincendosi e convincendo gli altri che tutto questo è naturale, e perfino giusto, semplicemente perché ti ha chiesto di sposarlo un tizio nato da determinati genitori. Il segreto del cigno è, banalmente, quello di crederci. E per questo Kate ci sta tanto simpatica.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.