Fra gli effetti collaterali della Terza guerra mondiale, almeno uno dovrà essere positivo: il crollo dei prezzi degli immobili. D’altronde perché continuare a pagare cifre insensate per palazzi che prima o poi finiranno in macerie? Se volete fare un affare comprate seminterrati e box auto
Il mondo sta attraversando una fase d’instabilità parecchio sanguinosa e incerta. Il medio oriente è una polveriera e la miccia è ormai partita, il presidente Trump ha detto che la Nato non gli interessa, l’Europa è fuori dai giochi, Putin attacca, la Cina non si sa, e noi personalmente stiamo a guardare le immagini di Gaza rasa al suolo, Tel Aviv in fiamme, Kyiv sotto le bombe. E ci domandiamo: come influisce tutto ciò sul mercato immobiliare italiano? I prezzi delle case a Roma e a Milano sono alle stelle da tempo, insensati sotto ogni logica; e se poi pensiamo che su quei quaranta metri quadri a Rozzano al prezzo di duemila euro al mese possa finirci sopra un missile russo e distruggere tutto, a maggior ragione non è stato un buon investimento.
Fra gli effetti collaterali della Terza guerra mondiale in corso, me ne aspetto almeno uno positivo: una flessione dei prezzi sugli immobili. Specie in città: come stiamo vedendo, a livello globale non c’è remora né ritegno ad attaccare i civili, anzi si punta a fare più vittime innocenti che militari, i palazzi distrutti e i condomini in fiamme sono più instagrammabili. Come puoi allora tu, agente immobiliare, chiedermi tutti quei soldi per una casa in città ora che è un obbiettivo sensibile? “C’è vicina la metro”: peggio mi sento, doppiamente sensibile! Anche perché quando attaccheranno le nostre città – da notare il non uso del periodo ipotetico – delle due l’una: o avremo le case distrutte da un bombardamento, o comunque le dovremo evacuare, sfollati ma con il mutuo da pagare. Già il Superbonus 110 per cento del fu governo Conte fu un notevole danno erariale, se poi pensiamo anche al fatto che tutte queste belle facciate dei nostri palazzi appena rifatte finiranno in macerie, quanta malinconia!
Inutile che sul prezzo delle case le agenzie immobiliari ci facciano pesare il fatto che sono appena ristrutturate, tanto andrà tutto distrutto anche se hanno i doppi vetri alle finestre – e significa solo che ci saranno il quadruplo delle schegge in giro. Forse anche alcune delle case ucraine o iraniane andate disintegrate in questi giorni avevano da poco rifatto gli infissi o il cappotto termico. Il mercato immobiliare se n’è infischiato dell’inflazione e dell’impoverimento dei nostri salari, ma non può non registrare il mutato clima globale. Il mattone un tempo era sinonimo di solidità; oggi, è quanto di più volatile. La casa oggi c’è, domani è un cratere. o “open space”, come proveranno a rifilarcelo gli agenti immobiliari il giorno dopo un bombardamento. Non c’è muro portante che tenga: qui viene giù tutto. Le case a Roma e Milano dovrebbero essere quanto di più economico, al massimo si può fare un po’ di speculazione su quelle vicino agli ospedali – o ai cimiteri.
Volete fare un affare? In città comprate seminterrati e box auto: stanno già a prezzi stellari, ma mai a quanto arriveranno non appena il mercato immobiliare capirà che sono le uniche soluzioni immobiliari per chi voglia farsi un bunker o un rifugio antiatomico. E prenotate subito la ditta per i lavori, che quelli fra poco avranno tanti di quei cantieri! Ché il mondo finirà, ma loro no, saranno in ritardo con la consegna.