Il ministro della Difesa incastra in tribunale un tizio che lo ha accusato di falso quando ha detto che l’Iran, se provvisto di bomba atomica, non esiterebbe a usarla contro Israele. Contro il velleitario, inconcludente e scemissimo sparlare
Chi cerchi un hombre vertical lo troverà in Guido Crosetto, ministro della Difesa. Non perché è alto quasi due metri, ma perché ha deciso di incastrare in tribunale un tizio che lo ha accusato di falso quando il ministro ha detto che l’Iran, se provvisto di bomba atomica, non esiterebbe a usarla contro Israele. Tranne il tizio, uno che ha previsto con sicurezza l’impossibilità dell’invasione russa in Ucraina e l’assoluta impossibilità dello strike israeliano contro il nucleare a Teheran, tutti sanno che da quarant’anni e più il dichiarato intento della Repubblica islamica di Iran, che ha abbracciato in pieno la dottrina dei Fratelli musulmani, oltre la divisione tra sciiti e sunniti, è l’annientamento di quella che i preti di Teheran chiamano l’entità sionista. Perseguono attraverso questa strategia alcuni scopi. La stabilizzazione di una delle tirannie più atrocemente oppressive del mondo, paragonabile in tutto e per tutto, e forse nel peggio, allo stato di polizia della Savak dello Scià di Persia, il Pahlavi che l’occidente miope sostenne fino all’ultimo per avidità di affari e di dominio petrolifero, dopo averlo insediato contro il laico Mossadeq spodestato per brama di potere coloniale. La guida clericale e teocratica di un paese che altrimenti evolverebbe verso modelli di vita e di sistema opposti a quelli barbarici che gli sono imposti, imposti al ceto medio del bazar, alle donne, ai giovani che sono il 60 per cento della popolazione. L’affermazione di una indipendenza nazionale intesa come potere regionale e sua proiezione mondiale in vista dello scontro finale, apocalittico, con l’Europa cristiana e gli Stati Uniti nelle mani di Satana, come essi dicono.
Riluttante a figurare ed essere il cadavere attraverso il quale ha da passare questa moderna rivoluzione islamista, che intende dotarsi di un’arma nucleare dopo aver costruito un micidiale arsenale missilistico a corta, media e lunga gittata, desiderosa di sopravvivere e rovesciare un rapporto di forza patologicamente costruito attraverso l’alimentazione del terrorismo regionale e internazionale, in funzione scopertamente antisraeliano e antisemita, oltre che antioccidentale, la democrazia israeliana ha deciso che era venuto il momento di agire, e sta agendo in solitudine vergognosa per i suoi alleati, pagando essa sola il prezzo di una battaglia che dovrebbe essere comune e dovrebbe essere conclusa rapidamente con l’abbattimento del regime tirannico. Il risultato è che un tizio qualunque si permette di accusare di falso un politico di governo che denuncia la realtà dei fatti. E ne viene tirato in ballo perché un tribunale decida della infame calunnia.
Ora, in particolare in ciò che resta, molto poco, della sinistra internazionalista, pioveranno le preghiere di ritiro dell’iniziativa giudiziaria, peraltro accompagnata da parole sicure e serie di opposizione alla deriva mediatica che rischia di travolgere un’opinione pubblica rimbambita dalle chiacchiere a buon prezzo. D’altra parte i bravi e buoni umanitari che cercano il genocidio dove non c’è, e non vedono dove è predicato e ostentato come la soluzione di tutti i mali a danno degli ebrei di Israele, non possono che correre in soccorso del tizio contro il ministro che con coraggio ne denuncia il velleitario e inconcludente e scemissimo e pretenzioso sparlare. Il pacifismo e l’antifascismo degli stenterelli ha le sue regole. Ma c’è un hombre vertical che si piazza sulla sua strada, un uomo di centro, politicamente, non una testa calda, uno che ha responsabilità e informazioni necessarie a dire quel che ha detto e, addirittura, a difendere la verità senza timore di offendere il suo impudico opposto, la menzogna televisiva diffusa.