Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore – Anch’io domenica vado a votare per il referendum, ma non voto. Diversamente da altri però ritirerò i quesiti, andrò nel luogo deputato e li restituirò intonsi. Questo perché non li condivido nella forma e nella sostanza. Ma ho grande rispetto per quanti vorranno esprimere il loro pensiero e ritengo corretto contribuire al quorum. C’è chi ha detto più o meno “non la penso come te ma sono pronto a dare la vita perché tu possa esprimerti” (attribuita a Voltaire, ma pare una balla). Sinceramente devo confessare che io non mi sento di dare nemmeno qualche giorno dei sempre meno che mi restano, ma un giretto fino al seggio ritengo sia giusto farlo. E lo farò. Un caro saluto.
Sandro Parenzo
Posizione nobile. Ne ho un’altra che le suggerisco. Chi pensa per esempio che il Jobs Act sia una riforma da custodire, da coccolare, da proteggere, e chi crede che la flessibilità abbia fatto bene al mercato del lavoro, creando più opportunità, più occupazione, meno precarietà, e chi pensa che dare un colpetto al Jobs Act, piccolo, sia una forma di autolesionismo assoluto, ha il diritto di fare del suo meglio per non correre rischi, al referendum, facendo di tutto per evitare sorprese, e dunque non andando a votare? Un abbraccio grande.
Al direttore – Le parole hanno un loro significato. Quando il presidente Mattarella, incontrando il corpo diplomatico, ha affermato che “i palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi” ha espresso un concetto diverso dalla solita litania dei “due popoli due stati”. O sbaglio?
Giuliano Cazzola
Non sbaglia. Così come non sbaglia il presidente della Repubblica quando, dall’alto di una posizione di lotta dura contro ogni forma di antisemitismo, dice quello che ha detto un istante prima: “S’impone subito il cessate il fuoco a Gaza. E’ disumano che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani: l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali per la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone”.