Le discussioni tv smembrate in mini-comizi da pubblicare i giorni successivi. Non c’è più dialogo ma monologhi estrapolati che mostrano Tizio che asfalta Caio. Ed ecco Travaglio che, dopo una magra figura con Fubini a Otto e mezzo, si è voluto prendere la rivincita con un editorialino senza sfidanti
Piattaforme come YouTube traboccano di estratti televisivi dai titoli truculenti: Tizio asfalta Caio, Caio distrugge Sempronio, Sempronio mette al tappeto Tizio. Qualcuno potrebbe concluderne che la discussione pubblica è ridotta a una serie di incontri di boxe. Magari fosse così. Il duello in diretta è una sopravvivenza della tv generalista al tramonto, un lascito dell’epoca in cui, per dirne una, i candidati premier avevano il buon uso di fare un bel dibattito prima del voto. Beninteso, nei talk-show ci si azzuffa ancora, ma il piccolo schermo non è che un passaggio, propedeutico all’approdo duraturo su internet; e qui – basta osservare come per lo più sono ritagliate le liti televisive – lo spettatore può vedere solo Tizio che asfalta Caio; se vuole vedere anche come Caio ha reagito all’asfaltatura di Tizio, deve cercare un altro video, rivolto ai fan di Caio.
L’ultimo scampolo di dialogo scompare, e restano in scena due monologhi rivali. Si è molto parlato, in questi giorni, della magra figura di Marco Travaglio a cospetto di Federico Fubini, che in una puntata di Otto e mezzo ha contraddetto ad una ad una le sue sciocchezze sull’Ucraina. Il giorno dopo Travaglio non ha saputo trattenersi, e ha scritto un editorialino sarcastico contro Fubini per prendersi la rivincita in assenza dello sfidante. Caso di scuola di esprit de l’escalier di un uomo vendicativo? Può darsi, ma c’è dell’altro. Perché uno schema analogo – la trasformazione di un dibattito in un soliloquio a beneficio dei seguaci – l’ho visto applicare da persone lontanissime per carattere, per ideologia, per stile: potrei citare esempi che coprono tutto lo spettro politico, dalla destra trumpiana alla sinistra woke. Il confronto televisivo del giorno prima viene smembrato nei mini-comizi del giorno dopo sui social network. Sulla pagina di Tizio troveremo i video in cui distrugge Caio, incitato dai suoi fan; e sulla pagina di Caio avverrà l’esatto contrario. A cos’è ridotta la discussione pubblica, in fin dei conti? Ai sermoni dei capi tribù e ai loro rituali di degradazione del nemico.