I dubbi di diversi esponenti della maggioranza sul trattato pandemico globale erano stati sollevati a più riprese nell’ultimo anno, ma il no meloniano è un precedente pericoloso
“L’accordo è una vittoria per la salute pubblica, la scienza e l’azione multilaterale. Il mondo oggi è più sicuro”. Così Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, ha salutato l’adozione del trattato pandemico globale che ha fatto seguito all’approvazione dell’accordo avvenuta il giorno precedente con votazione in commissione dalle delegazioni degli stati membri. Un successo del quale si è resa protagonista anche l’Italia, ma in negativo, astenendosi al momento del voto in assemblea. Una decisione difficile da spiegare ma che non giunge del tutto inattesa. I dubbi sul trattato erano già stati sollevati a più riprese nell’ultimo anno da parte del governo Meloni. Su questo c’era poi il forte pressing della Lega, resosi sempre più intenso negli ultimi mesi dopo la decisione del presidente Trump di ritirare gli Stati Uniti dall’Oms. Al punto che, sempre il partito di Salvini, era arrivato a depositare in Parlamento emendamenti e proposte di legge per far uscire anche l’Italia dall’Oms. I maggiori dubbi riguardavano il “rispetto della necessaria sovranità nazionale”, richiamato dallo stesso ministro della Salute, Orazio Schillaci.
In realtà questo è un tema che di fatto non esiste. La sovranità degli stati resta garantita, come sancito dall’articolo 3 del trattato. Il segretariato è affidato all’Oms, ma solo con un ruolo di coordinamento e senza alcun potere vincolante sui governi nazionali, come stabilito dall’articolo 22. Nel testo approvato si afferma esplicitamente che: “Nessuna disposizione dell’accordo sulle pandemie dell’Oms deve essere interpretata nel senso di fornire al Segretariato dell’Oms, compreso il direttore generale, l’autorità di dirigere, ordinare, modificare o altrimenti prescrivere la legge nazionale o di intraprendere azioni specifiche, come vietare o accettare viaggiatori, imporre obblighi di vaccinazione o misure terapeutiche o diagnostiche o attuare blocchi”. Un passaggio molto chiaro. Ma evidentemente non abbastanza per un governo ancora una volta ostaggio di una fronda antiscientifica.