Schlein rilancia su Gaza. “Un errore sospendere gli accordi con Israele”, dice Fassino

Negli ultimi giorni la segretaria dem ha intensificato le uscite di condanna nei confronti del governo israeliano e per riconoscere la Palestina. Una parte del partito la segue. Ma c’è anche chi come l’ex leader dei Ds chiede di “non confondere Netanyahu con il popolo israeliano”

Elly Schlein si è messa la Kefiah. Non che nelle scorse settimane la causa palestinese fosse stata dimenticata, ma negli ultimi giorni la segretaria è tornata a spingere sull’acceleratore, a parlare forse di quello che più è nelle sue corde. E che probabilmente, dal punto di vista politico, risulta ben più conveniente. Di sicuro meglio che parlare di riarmo, di referendum o di economia, dei (soliti) cortocircuiti del suo partito. “Riconoscere lo stato di Palestina”, “mobilitazione nelle piazze e nelle istituzioni”, ha detto giovedì la segretaria del Pd, durante la presentazione del libro di Vincenzo Amendola, chiedendo inoltre la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas e un intervento di Meloni. Nel frattempo una delegazione dem, insieme a M5s e Avs, è volata a Rafah con l’intento di arrivare a Gaza entro il weekend. Un’accelerata, spiegano dal Pd, dovuta soprattutto al fatto che negli ultimi giorni la crisi umanitaria in medio oriente si è fatta ancora più drammatica.

“E’ la reazione a un Netanyahu ormai fuori controllo. Anche chi, come me, ha avuto sempre posizioni molto equilibrate, non può che riconoscere che stiamo andando oltre l’immaginabile. Il premier israeliano blocca gli aiuti umanitari. Lo stesso Trump ha dato segnali forti”, dice Alessandro Alfieri, a capo della minoranza dem. “Condanniamo l’estrema destra israeliana che ormai è egemone e va a penalizzare quella parte dell’opinione pubblica, associazioni e partiti, che si sta ribellando e con cui vogliamo tenere un dialogo aperto. Per farlo dobbiamo essere molto netti e duri. Questo chiaramente non vuol dire dimenticare gli atroci attacchi terroristici di Hamas”, aggiunge il senatore dem, chiedendo infine “un impegno molto maggiore al governo italiano e il riconoscimento dello stato palestinese”.

Quella di Alfieri per molti versi rispecchia la posizione espressa da Elly Schlein nelle ultime ore. L’altra sera la segretaria dem è tornata a chiedere anche la sospensione di ogni accordo tra Europa e Israele. “I danni a Gaza sono giganteschi”, dice al Foglio Piero Fassino ricorrendo a toni molto critici nei confronti di Netanyahu. “Ma la società israeliana non è Netanyahu. Non ci può essere una identificazione, sono due cose diverse. La proposta di interrompere l’accordo di cooperazione è sbagliata, perché non colpirebbe il premier israeliano ma tanti cittadini che non condividono nulla della sua politica”. Fassino fa notare inoltre come anche a Bruxelles i leader di varie forze europee (Ppe, Socialisti, Renew, Verdi e Left) abbiano recentemente sottoscritto una dichiarazione congiunta “sacrosanta e molto dura” su quanto sta accadendo a Gaza: “Un testo ottimo e che non proponeva alcuna sospensione degli accordi con Israele”. Fassino lo avrebbe preferito e comunque non è l’unico tra i dem a nutrire dubbi su questo aspetto.

Altri tuttavia preferiscono rimanere dietro le quinte, rispondono al telefono solo sotto garanzia di anonimato. “E’ una fase complessa, diciamo così”, è la battuta. Il sospetto, da parte loro, è che insieme alle sincere convinzioni della segretaria ci sia anche un calcolo politico, che porta Schlein a schierarsi nettamente nel dibattito su Gaza, inseguendo da un lato l’alleato-rivale Giuseppe Conte e dall’altro tralasciando invece le questioni più spinose e contraddittorie per democratici: il tema del riarmo, per esempio. “Ma anche l’economia”, ci suggeriscono. “E poi c’è il lavoro”. Ovvero i referendum della Cgil che dividono i dem e che senza mezzi termini sono stati definiti una sorta di resa dei conti da vari esponenti riformisti. Lunedì, tra l’altro, Schlein sarà in piazza a Roma con Maurizio Landini, per una maratona contro l’astensionismo propagandato dalla maggioranza. Ci saranno anche Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni e Conte. Pronti a replicare un paio di giorni dopo, quando in Aula si dovrebbero discutere le mozioni su Gaza. A proposito: Pd, Avs e M5s hanno presentato nelle scorse settimane un testo unitario. La kefiah di Schlein si spiega anche così.

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