L’allenatore celebra il fascino unico di questa fase del campionato e sottolinea l’equilibrio che rende incerto il torneo. Con Milano, Bologna e Venezia nello stesso lato del tabellone, si apre una post-season ricca di sorprese, mentre il ct azzurro spera in spettacolo e in giocatori italiani integri in vista dell’Europeo
È tempo di volare a canestro. “Perché il basket è bello, ma ai playoff lo è di più”, la carica di Gianmarco Pozzecco. Da oggi la nostra Serie A entra nel vivo, con il mini-torneo a eliminazione diretta che decreterà i campioni d’Italia 2025. Otto squadre al via, tante sorprese e gerarchie già annullate: a presentare il grande evento c’è il ct della Nazionale. “Non vedo l’ora che inizi, è il momento dell’anno in cui si torna un po’ bambini”, sorride il Poz. “Tranquilli, mi troverete a bordo campo. Soprattutto nelle prime fasi: è quando ci sono più avversarie coinvolte, più giocatori in azione. Chiaramente sono focalizzato sul mio lavoro – monitorare gli italiani – ma resto un grande appassionato di pallacanestro”.
Dunque che vinca il migliore. Notizia: per la prima volta dopo quattro stagioni di monologo incontrastato, si sa già che la finale non potrà essere Milano-Bologna. “Le tre squadre più forti per budget e roster si ritrovano tutte da una parte del tabellone”. Olimpia, Virtus e Venezia. “Avremo subito dei quarti di assoluta imprevedibilità. E in proiezione, la classica già in semifinale: strano, ma entusiasmante”. Belinelli e compagni hanno rispettato il pronostico, conquistando la regular season in volata. Ma l’Olimpia ha chiuso quinta, la Reyer ottava: è salita la qualità media del torneo o hanno deluso le big? “Direi che il livello è sempre lo stesso”, Pozzecco non si fa illusioni. “L’allenatore della Nazionale purtroppo non può che dispiacersi di come le nostre squadre facciano fatica costante nelle coppe europee. Non solo in Eurolega. So che è complicato, però ormai brilliamo poco. E al contempo, il bacino d’utenza per l’azzurro resta circoscritto”. Spopolano gli americani. “Quindi certo, questo equilibrio competitivo è frutto dei singoli meriti e demeriti: una circostanza specifica, più che l’inizio di una nuova fase. Ma lo spettacolo playoff sarà comunque emozionante”.
Passiamoli in rassegna, allora. Si comincia stasera con Trento-Milano, Brescia-Trieste e Trapani-Reggiana; domani a seguire Bologna-Venezia: serie al meglio delle cinque, finale compresa. Chi sale e chi scende? “A di là da quel che si pensa dell’Olimpia – campione in carica da tre anni di fila, ndr – sarebbe irrispettoso verso le altre non darla favorita”, spiega il Poz. “Eppure Trento l’ha già battuta in Coppa Italia: parte da outsider, ma sa come si fa”. Le altre? “Virtus e Trapani sono quelle che oggi giocano meglio. Venezia ha da anni una grande organizzazione sportiva: saper vincere è fondamentale ai playoff. Poi sono letteralmente attratto da Brescia e dal lavoro totale di Peppe Poeta”. Un ex playmaker come lui. “Non solo ha messo insieme una stagione pazzesca, la più continua insieme a Trento e Trieste. Ma la solidità e la futuribilità del progetto, anche attraverso il coinvolgimento durevole di giocatori d’esperienza, a Brescia sono diventati un fattore: è così che nascono i cicli vincenti”.
È la stessa dinamica che ha portato L’Aquila di Galbiati ad alzare il suo primo trofeo. “E Trieste a sfidare il basket in modo impressionante”. Da nord a sud, neopromosse terribili quest’anno. “Se un giorno mi svegliassero dicendomi che Trapani ha vinto lo scudetto, non mi stupirei affatto: sono costruiti per vincere, prima o poi. E si sono già guadagnati credibilità e rispetto da parte di tutti”. Quindi potrebbe essere davvero la volta buona per spezzare il duopolio Milano-Virtus: l’ultima volta di una finale diversa, nel 2019, c’era Sassari targata Pozzecco (sconfitta 4-3 da Venezia). “L’immagine più fresca, ma anche la più travolgente dei miei playoff: il ricordo che ho di quella cavalcata, rispetto a quello che eravamo riusciti a coltivare insieme a tutta la Sardegna, sarà per sempre straordinario. Arrivammo secondi, eppure al nostro ritorno ci fu un’isola intera ad accoglierci in festa. Ecco, nel mondo dello sport tante volte si tende a trascurare l’importanza del percorso rispetto al trofeo”. Vale anche per gli Azzurri, obiettivo Eurobasket nel mirino. “Come vivrò questa post season? Con grande energia e ottimismo. Ma l’unica cosa che spero è che i miei giocatori restino integri e tutti arruolabili. Lo dico per loro”. Aneddoto recente. “Il giorno uno dopo l’eliminazione di Detroit ai playoff Nba mi scrive Fontecchio: “Non vedo l’ora di venire in Nazionale, coach. Ci aspetta un grande appuntamento”. Mi ha fatto riflettere, pur conoscendo l’attaccamento alla maglia da parte di Simone. L’estate scorsa lui non c’era”, ko prima del Preolimpico. “Questo dimostra la sofferenza che ha patito. Mi auguro che oggi non tocchi a nessun altro. E per il resto sì, che vinca il migliore”.