Tra gennaio e febbraio al massimo il Partito democratico terrà il suo congresso, dove la segretaria dem vuole che sia esplicitata la sua candidatura alla poltronissima di palazzo Chigi. Ma nel partito si registra un po’ di maretta nei suoi confronti
A domanda non risponde. D’altra parte, le accade spesso di svicolare di fronte agli interrogativi scomodi che non le aggradano o potrebbero procurarle problemi all’interno del partito e con gli alleati delle opposizioni. E così Elly Schlein quando le si chiede (ripetutamente) se veramente ha intenzione di indire un congresso anticipato all’inizio del 2026 non risponde né si né no, ma svicola spiegando che adesso tutta l’attenzione del Pd è focalizzata sui referendum e sulle elezioni amministrative e regionali. Ma nelle stanze del Nazareno, insieme ai pochi veri fedelissimi, la strategia è stata messa a punto. Tra gennaio e febbraio al massimo il Partito democratico terrà il suo congresso. Dopo una tornata elettorale che Schlein presume sarà fortunata per i dem. Le assise nazionali in tempi più rapidi del previsto non hanno solo lo scopo di certificare che la leadership della segretaria è intoccabile e che i riformisti se ne devono fare una ragione perché o si accodano o stanno fuori. C’è un altro punto all’ordine del giorno per Schlein e i suoi. Il punto che le preme maggiormente perché i malumori dei riformisti è in grado di gestirli, tanto più che ha il valido aiuto del presidente del partito Stefano Bonaccini per farlo.
Il punto riguarda le prossime elezioni politiche. Schlein punta non all’incoronazione come segretaria, che quella è scontata, ma all’incoronazione come candidata premier. Sì, al congresso vuole che sia esplicitato che la sua candidatura a segretaria equivale a una candidatura alla poltronissima di palazzo Chigi. Una candidatura che verrebbe quindi votata dal popolo delle primarie nei gazebo. E’ il modo che Schlein ha scelto per contrastare le mire di Giuseppe Conte. La segretaria, che è tutt’altro che una sprovveduta, sa bene che il leader del Movimento 5 stelle, quando sarà il momento, chiederà di andare a palazzo Chigi in cambio di siglare un’alleanza in grado di contrastare la destra di Giorgia Meloni. E Schlein sa anche che qualcuno nel suo partito ci ha fatto un pensierino. I Bettini, ma forse anche i Bersani preferirebbero Conte candidato premier. Le primarie che certificano la sua candidatura, nelle sue intenzioni, servirebbero proprio a ostacolare queste manovre. A questo, dunque, serve veramente il Congresso del Partito democratico. E per questa ragione le assise, nonostante Schlein con i giornalisti glissi, si terranno senz’altro.
Intanto nel Pd si registra un po’ di maretta anche tra i sostenitori della segretaria. Preoccupa e ingelosisce il ruolo sempre più importante di Marta Bonafoni. E’ lei ad accompagnare la segretaria in quasi tutte le sue trasferte. E’ stata lei a organizzarle una festa di compleanno senza avvisare quasi nessun parlamentare. E sono stati in molti a restarci male tanto che dopo la festa vera ne hanno dovuto a organizzarne altre (una al Nazareno e una al gruppo della Camera) per non sollevare gli animi dei parlamentari che vedevano già sfuggire i loro seggi, preoccupati di non avere rapporti abbastanza stretti con la segretaria. Così qualcuno se l’è presa con Bonafoni, non potendosela prendere con Schlein che quei seggi li distribuirà. Però nessuno ha ecceduto nelle rimostranze perché nel Pd una cosa si è capita: il ruolo di Bonafoni si sta facendo di giorno in giorno più importante e anche scontrarsi con lei non è opportuno.