Visto, non si stampi

È in uscita in Francia il libro che stava per essere mandato al macero. Racconta l’infiltrazione dell’ideologia woke (persino dentro la Chiesa)

“Raramente un libro è stato diffamato così tanto prima ancora di essere pubblicato, prima ancora che qualcuno abbia avuto la possibilità di leggerlo”, scrive Alexandre Devecchio su Le Figaro. “Si dice che il mondo dell’editoria viva di polemiche, ma Paul Garapon, che dirige le edizioni Puf, il tempio dell’editoria accademica, avrebbe voluto fare a meno delle polemiche scatenate dall’annuncio della pubblicazione di ‘Face à l’obscurantisme woke’. Tanto che l’editore, pur avendo avviato il progetto, ha esitato a censurare il libro, spaventato dalla campagna mediatica orchestrata da una parte del mondo giornalistico e intellettuale di sinistra. Agli occhi dei giornalisti del Monde e di Libération, il titolo del libro bastava da solo a screditarlo e a far processare i suoi autori per trumpismo e putinismo. Sul versante intellettuale, è stato lo storico Patrick Boucheron, professore al Collège de France e co-autore della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi, a scoccare le prime frecce. Venerdì 7 marzo, nel corso di una conferenza stampa in occasione di una giornata di mobilitazione contro i tagli di bilancio di Donald Trump alla ricerca americana, ha espresso la sua indignazione: “Anche nel mondo accademico ci sono alcuni utili idioti. Certi libri vengono ancora pubblicati. Ce n’è uno, edito da Puf, che si intitola ‘Face à l’obscurantisme woke'”, ha detto. La casa editrice era sul punto di cedere alle pressioni esercitate dal mandarino. Il giorno dopo la presa di posizione di Patrick Boucheron, con il testo già curato e disegnato, la copertina scelta e la pubblicazione annunciata per inizio aprile sul sito di Puf e sui social network, la direzione ha annunciato in un comunicato stampa la sospensione della pubblicazione. “Sul punto di diventare trumpiste pubblicando un pamphlet anti-woke, le edizioni Puf hanno fatto un passo indietro”, si legge sul Nouvel Obs. Ma pochi giorni dopo l’esplosione della polemica, forse per paura di apparire come un censore, Paul Garapon è tornato sui suoi passi, dicendo di aver preso la decisione in fretta e furia. La pubblicazione del libro è stata rimandata, ma non seppellita. I lettori potranno farsi un’idea propria. Le Figaro Magazine ha ottenuto una copia esclusiva di ‘Face à l’obscurantisme woke’, che esce questa settimana, per giudicare da sé. A posteriori, è facile capire perché i sostenitori del wokismo siano così preoccupati. Sull’argomento sono già stati pubblicati numerosi saggi, ma ciò che ha scatenato le ire e suscitato i timori dell’intellighenzia è che ‘Face à l’obscurantisme woke’ non è un pamphlet. E’ il frutto del lavoro di ricercatori la cui legittimità accademica è indiscutibile. Con i contributi di 26 autori (Nathalie Heinich, Sami Biasoni, Céline Masson, Samuel Fitoussi, Guylain Chevrier, Tarik Yildiz, Florence Bergeaud-Blackler, Renée Fregosi, Pierre-André Taguieff, etc.), il libro di 460 pagine è curato da tre rinomati accademici: la professoressa di Letteratura Emmanuelle Hénin, il professore di Storia Pierre Vermeren e il linguista Xavier-Laurent Salvador, che è anche direttore dell’Observatoire du décolonialisme. Nella battaglia culturale attualmente in corso tra woke e anti woke, questo libro potrebbe rappresentare un punto di svolta. Innanzitutto, dimostra la debolezza intellettuale del wokismo. ‘Ciò che caratterizza il movimento woke è la sua ignoranza e l’abissale povertà dei ragionamenti che propone. E’ evidente che non si tratta di un’ideologia strutturata come il marxismo o il maoismo’, analizza Emmanuelle Hénin, prima di sottolineare le evidenti contraddizioni del movimento: ‘Per continuare a chiedere i diritti delle donne sostenendo che le donne non esistono, ci vuole coraggio. Proprio ieri, mi sono imbattuta in un video di un professore di Sciences Po che spiegava che non possiamo mantenere il motto Liberté, Égalité, Fraternité perché la parola fraternité esclude le donne. E’ pieno di professori o docenti universitari che fanno questo tipo di ragionamenti assurdi’, dice al telefono, mezza divertita e mezza disillusa. E conclude: ‘Siamo nel bel mezzo di un delirio ideologico, ma più profondamente nel bel mezzo di una controrivoluzione scientifica’.



Per gli autori, il wokismo, come suggerisce il titolo del loro libro, non è tanto un’ideologia quanto una nuova forma di oscurantismo che inaugura un’epoca di stupidità. Anche se sostiene di avere un approccio scientifico e una legittimità accademica, non è altro che un delirio pseudo-intellettuale basato su alcune parole chiave: ‘eteropatriarcato’, ‘razzismo sistemico’, ‘cultura dello stupro’, ‘intersezionalità’… Il carattere grottesco dei temi di ricerca alla moda elencati da Emmanuelle Hénin nella sua introduzione, che ottengono finanziamenti a scapito di altri temi fondamentali, è significativo: ‘Musicologie gay, lesbiche e queer’; ‘Eteronormatività nelle fonti: rappresentazioni e trasgressioni dell’ingiunzione eterosessuale’ e ‘Contro-Io: enunciazioni di genere e minoranze nella letteratura’.


Agli occhi degli autori, il wokismo costituisce un’incredibile regressione della razionalità nel cuore stesso del tempio della ragione e del sapere che dovrebbe essere l’università. Lo vedono anche come una sconfitta dell’universalismo e una deriva totalitaria, perché questo oscurantismo si impone attraverso il terrore intellettuale e la censura (cancellando tavole rotonde e conferenze, emarginando e demonizzando i ricercatori non woke), e applica a tutti i soggetti la stessa griglia di lettura manichea basata sull’identità, che contrappone sistematicamente i ‘dominati’ ai ‘dominanti’, cioè le donne e le minoranze (etniche, religiose o sessuali) al ‘maschio bianco occidentale eterosessuale’.



Oltre ad aggravare il declino dell’istruzione e a formare una giovane generazione di ignoranti, il wokismo alimenta le divisioni comunitarie e legittima la retorica separatista degli islamisti. Gli autori mettono in guardia sulla portata del fenomeno e sulla sua estensione alle scienze dure. Certo, a differenza degli Stati Uniti, in Francia nessuno sostiene che ‘la matematica puzza di suprematismo bianco’. Ma il richiamo alla realtà biologica dei sessi può rivelarsi pericoloso, e non solo. In nome di un costruttivismo assoluto, le scienze sociali più woke negano la biologia nel suo complesso. Il professor Leonardo Orlando, uno dei collaboratori del libro, ha subito sulla sua pelle questa ‘biofobia’ quando il suo corso su Darwin a Sciences Po è stato cancellato. Lungi dall’essere confinato nelle aule universitarie, l’oscurantismo sta estendendo il suo controllo a tutte le istituzioni (scuole, media, imprese e persino la Chiesa) nel tentativo di farsi strada nella società (…).


Nel contesto dell’elezione di Trump, ‘Face à l’obscurantisme woke’ dovrebbe suscitare un dibattito in Francia. Ma paradossalmente, il riflusso del wokismo negli Stati Uniti sembra incoraggiarlo in Francia. ‘C’è una tentazione francese di voler incarnare un movimento di resistenza contro gli americani e di posizionare la Francia come nazione voke’, spiega il saggista Pierre Valentin, collaboratore del libro”.

(Traduzione di Mauro Zanon)

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