L’Esquilino papalino tra gadget pontifici, croci in finto oro, ombrelli parasole

L’effetto della sepoltura di Papa Francesco sul quartiere di Roma più multietnico e progressista. Una passeggiata tra Santa Maria Maggiore e l’ambasciata argentina

Ci sono pellegrini, suore, e poi cosce diafane da turista. Ci sono sacerdoti e giapponesi in una mescolanza sinistra di rosari e ombrelli parasole. Ed ecco quindi prendere forma, nei giorni appena prima del conclave, una suggestione. Come una somma di coincidenze simboliche o di fatali casualità. Cosicché ci troviamo anche noi, oggi, all’Esquilino. Il rione della basilica di Santa Maria Maggiore dove Papa Francesco I ha scelto di essere sepolto come solo sette dei suoi predecessori (l’ultimo fu papa Paolo V, nato Camillo Borghese, regnante sino al 1621).

E’ l’Esquilino papalino. Tra gadget pontifici e gelati drogati di coloranti. E’ il rione dell’umanità venuta dalla “fine del mondo” e pure degli attori, autori, registi che nell’immaginario più pigro – e nondimeno veritiero – devono aver amato il papa progressista, di sinistra. Gli uni – gli ultimi del mondo – abitando nei bassi, gli altri – i primi – nei piani nobili.

Ed ecco. Il cerchio s’aprirebbe e chiuderebbe qui. Nella stessa piazza – piazza dell’Esquilino – dove sorgono, insieme, la basilica paleocristiana e l’ambasciata argentina. Il tempio dove riposa e la legazione di dov’è nato. Ma dove pure transita l’umanità multicolore.

Passeggiando intorno alla piazza – che in questi giorni è una specie di “Magic shop” di Battiato o forse è più del solito un “ombelico del mondo” – spiccano le comunità in pellegrinaggio. Non tanto per il numero quanto per i cappellini. Tutti della stessa tonalità. La più copiosa, in ironico verde-Lega, è quella della diocesi di Lucania. La si vede dissipata per il rione. Con i fedeli sparpagliati sino a piazza Vittorio, muniti di bastoni per fare selfie. E così ci si chiede se siano fedeli, quanto siano fedeli, quanto il nuovo millennio abbia reinterpretato il concetto di fede e di vita parrocchiale. I rosari sono pochi, gli appendini al collo tanti. I pellegrini portano il badge della diocesi e, con un gelato rosa fragola in mano, si mettono in fila per il metal detector.

Intanto l’Esquilino, che in chiave papalina somiglia davvero a “Magic shop”, rifornisce le vetrine dei negozi di souvenir. Sulle cartoline, adesso, c’è un bollino col sorriso del Papa. Ai calendari di Michelangelo, Raffaello, Caravaggio, Botticelli (che non si sa cosa c’entri con Roma) s’aggiunge quello di Bergoglio con il pollice in su (con l’inch occidentale, poco argentino: il pollicione alla Donald Trump). I rosari profumati del giubileo costano due euro e cinquanta oppure un euro se si compra la confezione da dodici pezzi, con le smorfie del Papa sulla custodia. Ci sono poi le shopper illustrate, a sette euro: quella con Bergoglio, che punta il dito e sorride, è appena sopra alla “Creazione del cane” con la mano di Dio rivolta non al figlio ma a un bassotto. Ed ecco infine i segnalibri, a due euro: Giovanni Paolo II e Francesco I sono nella fila superiore al David di Michelangelo che porta la scritta “Il pisello” (ma si sa che “i peccati de fregna Dio non li segna”, o almeno così dicevano in Vaticano nel Cinquecento).

La vita va avanti senza fretta, oltre la piazza. Le parrucchiere cinesi stirano i capelli per dieci euro, la manicure filippina si fa senza prenotazione. E intanto lambiscono i souvenir tanto i laici – turisti e pellegrini – quanto i chierici. Ci sono diversi francescani, con il saio e lo zainetto. Diverse comunità di olandesi. E poi qualche croce al collo, spesso in finto oro massiccio.

Nel frattempo, dall’altra parte della piazza, dove sotto i platani ha sede l’ambasciata argentina e dove comincia la fila per entrare in basilica, si verifica uno strano fenomeno. E no. Non si tratta di un miracolo. Il carro attrezzi porta via un’utilitaria. I turisti e i pellegrini fotografano. Si fanno selfie, pregano per il Papa. Imprecano i residenti dell’Esquilino.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.