Il modello Manfredi arranca in provincia di Napoli. L’iniziativa Pd-M5s con Fico

Nei 5 comuni al voto nelle prossime amministrative il campo largo non ci sarà. Scompaiono i simboli del M5s, tra proteste e polemiche della base. “Non c’erano le condizioni”, spiega il deputato campano Carotenuto. A Secondigliano intanto dem e grillini organizzano un evento sulle periferie.

Si sono ritrovati ieri a Secondigliano, per un’iniziativa sulle periferie. Con Marco Sarracino, uno dei dem anti De Luca, c’era anche l’ex presidente della Camera Roberto Fico. Ma intanto il modello Napoli, l’alleanza che tiene insieme Pd e M5s con la regia del sindaco Gaetano Manfredi, arranca. Anzi scompare, insieme alle liste e ai simboli. In provincia di Napoli, dove il prossimo 25-26 maggio si vota in cinque comuni – Casavatore, Marigliano, Nola, Vola e Giugliano, per un totale di oltre 190 mila elettori – il campo largo non ci sarà. Le ragioni sono varie, politiche e ambientali, e le amministrative hanno sempre le proprie specificità. Ma la situazione che arriva dalla provincia napoletana restituisce anche una certa difficoltà nel mettere insieme le anime dei due principali alleati, alla vigilia di uno degli ultimi passaggi prima della volata per le regionali.

Un primo dato, forse il più lampante, riguarda il Movimento 5 stelle, che in nessuna delle cinque città presenterà il proprio simbolo. Una scelta che non tutti hanno capito e che provocato un certo malcontento nella base, con chat infuocate, lamentele e qualche veleno da parte di quegli attivisti che speravano di poter correre sotto l’effige pentastellata. “Sono comprensibili le aspirazioni e anche le critiche dei nostri militanti, ma evidentemente non c’erano le condizioni politiche per presentare le liste”, la spiega così Dario Carotenuto, deputato napoletano del Movimento, eletto nel 2022 proprio da queste parti. “Bisogna prendere atto che ci sono realtà complesse, quindi ben venga una logica di precauzione”. Ci sono timori legati alla malavita e alla Camorra, sul comune di Giuliano in Campania per esempio gravano varie inchieste, coinvolgono clan e politica. “Sono convinto – prosegue Carotenuto – sia meglio candidare i nostri militanti, di cui siamo certi, all’interno di liste civiche, piuttosto che esporre il simbolo del M5s a certi rischi. Vincere con una nostra lista, senza essere sicuri di poter portare avanti un progetto serio, non ha senso”.

Ma anche nel Pd, a quanto pare, non tutto è filato liscio. Il sindaco di Napoli, per dire, vive a Nola, città in cui orbita anche suo fratello, il consigliere regionale del Pd Massimiliano Manfredi: nemmeno qui si è riusciti a mettere in piedi l’alleanza rosso-gialla. Non ci sarà nemmeno una lista Pd. Non proprio il miglior biglietto da visita. E infatti dalle parti di De Luca c’è chi gongola e accusa i dem di essere incapaci di farsi perno della coalizione. Mentre Marco Sarracino, deputato campano, responsabile per il Sud nella direzione nazionale del Pd, ha detto senza mezzi termini che “aver messo in soffitta il campo largo è stato un errore incomprensibile”. Anche perché in alcuni di quei comuni della provincia di Napoli l’intesa alle scorse amministrative si era trovata.

L’auspicio è che comunque il cortocircuito napoletano resti solo un mezzo passo falso, dettato da contingenze specifiche, senza ripercussioni sulla vera partita, quella per le regionali. Nelle scorse settimane gli emissari di Elly Schlein, c’erano tra gli altri il responsabile enti locali Igor Taruffi e il commissario regionale Antonio Misiani, sono arrivati a Napoli per incontrare i rappresentanti locali del partito e ribadire che la stagione di De Luca è finita. Ma tutti sanno, anche nel M5s, che con il governatore uscente bisognerà fare i conti e trovare un accordo di qualche tipo. E Roberto Fico, candidato in pectore del M5s, che piace anche a una parte dei dem, non gode delle simpatie di De Luca. Fico continua a presidiare il territorio, ma il presidente in scadenza gli preferirebbe semmai un altro grillino, l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

E il M5s, cosa ne pensa? “In Campania c’è molto lavoro da fare. A mio avviso va fatto tesoro dello spirito di rinnovamento che si vede per esempio nelle municipalità che amministriamo a Napoli, con l’importante contributo del sindaco Manfredi”, risponde ancora Carotenuto a proposito delle regionali. Non sembra preoccupato dalle mancate intese in vista delle amministrative e piuttosto guarda con favore all’impostazione di Schlein. Alla discontinuità annunciata: “E’ una sfida ambiziosa che sembra cogliere lo stesso Pd, con il quale non a caso ieri abbiamo organizzato un convegno nella periferia di Napoli, a Secondigliano, a cui ho partecipato proprio insieme a Marco Sarracino e Roberto Fico”.

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