Mosca lancia un vasto attacco con droni e raid aerei in tutto il paese. E il presidente americano adesso dice di dubitare del desiderio di pace di Putin. “Mai avuto problemi con Zelensky”, aggiunge. Intanto la Corea del Nord conferma l’invio di truppe a fianco dei russi
All’alba di domenica la Russia ha lanciato un vasto attacco con droni e raid aerei in Ucraina, nel quale sono morte almeno quattro persone. E ora il presidente degli Stati Uniti Donald Trump esprime chiaramente dubbi sulla volontà di pace del presidente russo Vladimir Putin e scetticismo sulla possibilità di raggiungere presto un accordo tra Mosca e Kyiv. “Non c’era motivo per cui Putin avrebbe dovuto lanciare missili contro aree civili”, ha scritto sui social media. “Mi fa pensare che forse non vuole fermare la guerra, mi sta solo prendendo in giro e deve essere affrontato in modo diverso, attraverso sanzioni secondarie”.
Ma le dichiarazioni di Trump in merito al conflitto in Ucraina sono sempre ondivaghe: solo il giorno prima, venerdì 25 aprile, Trump aveva detto che Kyiv e Mosca erano “molto vicine a un accordo”. Mentre il suo negoziatore, Steve Witkoff, teneva il suo quarto incontro in due mesi con Putin a Mosca, Trump ha garantito che tutto era tornato sulla buona strada. “Il lavoro su un accordo di pace globale” sta procedendo senza intoppi, ha scritto. Ieri sera invece, uscendo dal suo golf club nel New Jersey, Trump ha detto ai giornalisti di essere “deluso” dagli attacchi russi. “Voglio che (Putin, ndr) smetta di sparare, si sieda e concluda un accordo”. E ha detto di avere ancora molte armi a disposizione per fare pressione sul Cremlino. Tuttavia Trump non ha ancora dato seguito alla minaccia di nuove sanzioni – cosa che persino alcuni dei suoi più fedeli alleati repubblicani gli stanno ora chiedendo di fare. Quando ha annunciato nuovi dazi globali, questo mese, una delle principali economie che ha escluso è stata proprio quella russa.
Sabato 26 aprile, a margine dei funerali di Papa Francesco, Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno avuto un breve faccia a faccia nella Basilica di San Pietro, che il tycoon ha definito “l’ufficio più bello che abbia mai visto”. Si è trattato del loro primo incontro diplomatico dopo il litigio in mondovisione nello Studio Ovale alla Casa Bianca di due mesi fa, nel quale il leader americano aveva detto a Zelensky: “O fai un accordo, o ce ne andiamo”. Anche in questo caso arriva un voltafaccia di Trump. “Mai avuto problemi con Zelensky, solo qualche divergenza”, sdrammatizza il presidente americano. E tuttavia conferma che la Crimea è una questione chiusa: “Fu ceduta sotto Obama senza sparare un colpo”.
In campagna elettorale, Trump aveva garantito che avrebbe risolto la questione ucraina nel giro di poche settimane o addirittura di alcuni giorni. Ma finora, nonostante il desiderio di annunciare accordi importanti in occasione del suo centesimo giorno di mandato, il successo promesso non è arrivato. E anche tra i suoi sostenitori, come scrive il Washington Post, cresce la preoccupazione che, anziché fare leva su avversari e alleati per ottenere accordi rapidi di cui poter vantare il successo, Trump si stia mettendo all’angolo da solo.
Intanto la Corea del Nord ha confermato per la prima volta di aver mandato suoi soldati a combattere con la Russia contro l’Ucraina. L’agenzia di stampa di stato Kcna ha detto che i soldati di Pyongyang hanno aiutato Mosca a riconquistare la regione russa di Kursk, che l’Ucraina aveva occupato in parte ad agosto scorso.