I funerali, pubblici e affollati, con i leader mondiali disposti al lato dell’altare e i fedeli a riempire la piazza e oltre, fino a piazza Pia e piazza Risorgimento. Quindi l’ultimo viaggio, per le vie di Roma fino a Santa Maria Maggiore. Domenica pomeriggio vi si recheranno anche i cardinali, a pregare sulla tomba del Papa e a recitare i Vespri
Poco dopo le 20, il Maestro delle celebrazioni liturgiche ha steso un velo di seta bianca sul volto di Francesco. Subito dopo, il camerlengo Kevin Farrell ha asperso il corpo con l’acqua benedetta. Nella bara sono state deposte le monete e le medaglie del pontificato, quindi il tubo con il rogito che ripercorre la vita di Jorge Mario Bergoglio e le sue opere più importanti. Infine i sigilli, la ceralacca, i nastri color porpora. La stessa ritualità di sempre, davanti all’altare della Confessione, a pochi passi dalla tomba di san Pietro, il principe degli apostoli. Ecco il coperchio della bara di zinco, con croce e stemma e targa: a futura memoria sono incisi il nome del defunto, la durata della sua vita e del suo ministero petrino. Altri sigilli e poi la chiusura della bara di legno, che non ha nulla di diverso da tutte quelle dei Papi che su questa terra sono venuti prima di Francesco: c’è lo stemma e c’è la croce. E’ stata, questa, una cerimonia privata, intima. Era ormai lontana l’eco delle folle che – più o meno compostamente – hanno manifestato l’affetto per il Papa che solo pochi giorni fa girava la piazza in papamobile, dopo aver dato la benedizione pasquale. File ininterrotte (250 mila persone, ha reso noto la Sala stampa vaticana) che hanno costretto le autorità a chiudere i varchi prima del previsto, ché mai tutti avrebbero fatto in tempo a raggiungere il feretro. C’è tutta la bellezza, antica e sempre attuale, della liturgia nei momenti solenni della Chiesa. I salmi, i canti, le antifone. Il cardinale Farrell dice “Signore della vita e della morte, noi speriamo e crediamo che la vita del nostro Papa Francesco è ora nascosta in te (speramus et credimus, l’essenza della fede); “il suo volto, che ha scrutato le tue vie per mostrarle alla Chiesa, vede ora il tuo volto paterno”. Tutto s’è concluso con il Requiem aeternam intonato dal cardinale camerlengo, quindi il Regina Caeli del tempo pasquale. Domani è tempo di funerali, pubblici e affollati, con i leader mondiali disposti al lato dell’altare e i fedeli a riempire la piazza e oltre, fino a piazza Pia e piazza Risorgimento. Quindi l’ultimo viaggio, per le vie di Roma fino a Santa Maria Maggiore. Domenica pomeriggio vi si recheranno anche i cardinali, a pregare sulla tomba del Papa e a recitare i Vespri.
Da lunedì si inizierà davvero a ragionare sul domani, sulla Chiesa che sarà dopo il ciclone Francesco. I cardinali ne parlano già nelle congregazioni generali, tra schermaglie sul destino di Giovanni Angelo Becciu (se ammesso o no in Sistina, i pareri tra i cardinali divergono) e punti di vista su quelli che sono gli aspetti decisivi per il futuro della Chiesa in questo tempo che è – per usare una massima cara al Pontefice defunto – di guerra mondiale, seppure a pezzi. Circolano conteggi su cardinali che sarebbero più o meno a un passo dal papato, le scommesse affollano il web e pure le conversazioni fra giornalisti ed eminenze. E’ la stessa storia di sempre, fin da quando nel Rinascimento gli astrologi predicevano morti ed elezioni papali scrutando il cielo. Niente di nuovo sotto il primaverile sole romano.