Anche la scelta di cosa fare con il funerale del Papa divide il Pd

Riunione al Nazareno per discutere e sia opportuno o meno che Schlein partecipi alla cerimonia funebre. Intanto, l’idea di un congresso anticipato per risolvere le tensioni interne è ancora sul tappeto, mentre nei corridoi di Bruxelles circolano nomi di possibili candidature per la segreteria

Mi si nota di più se ci vado o se non ci vado? Ieri mattina al Nazareno riunione dei dirigenti dem per cercare di capire se sia opportuno o meno che Elly Schlein partecipi, sabato, ai funerali di Papa Francesco. Saranno presenti moltissimi capi di Stato, come avviene sempre in questi casi, e per Giorgia Meloni, tanto più se riuscirà nel suo intento di far entrare in contatto Donald Trump e Ursula von der Leyen, quella sarà una ribalta mediatica di notevole valore. E il Partito democratico, che alle volte sembra ossessionato dalla presidente del Consiglio, vuole capire che cosa deve fare la sua segretaria. Marcare Meloni sembra ormai l’obiettivo del Pd. L’idea prevalente ieri mattina era che Schlein dovesse andarci, tanto più che Bergoglio in questi anni era diventato un po’ un punto di riferimento del centrosinistra, il “Papa degli ultimi, degli emarginati, il Papa della giustizia sociale e dell’impegno per il Paese”, amava spesso ricordare la leader dem.

Ma Elly Schlein ha anche il suo bel da fare a “casa propria”, per il minacciato chiarimento interno al Pd di cui si sono perse le tracce. In realtà resta in piedi l’ipotesi di un’assemblea nazionale da tenere il 10 o il 17 maggio. E anche l’idea del Congresso (non tematico, bensì un congresso in piena regola) è ancora sul tappeto. Ne parla spesso nei suoi colloqui con gli altri esponenti del giro della segretaria il responsabile organizzativo del Partito democratico Igor Taruffi. Ad avviso del braccio destro di Schlein e di altri dirigenti a lei vicini questo sarebbe l’unico modo per ottenere veramente un chiarimento definitivo. E’ chiaro però che se in Assemblea, dove si discuterà del referendum sul Jobs Act e di politica estera, i riformisti dovessero (salvo rare eccezioni) mostrarsi più mansueti di quanto siano stati finora, non ci sarebbe bisogno delle assise per chiudere la partita interna.

Ma nel caso di un congresso anticipato, da tenere dopo le regionali, chi potrebbe mai presentarsi come candidata o candidato alternativo a Elly Schlein? Pina Picierno non si vuole “bruciare” e lo ha fatto già sapere anche ai suoi compagni di corrente. In compenso, a Bruxelles corre voce che c’è un eurodeputato che potrebbe invece scendere in campo. Non si tratta certo di Stefano Bonaccini, che ha già perso alle primarie con la segretaria, seppur di misura, e che con la leader ha ormai stretto un patto di non belligeranza. Il nome che circola nei corridoi del Parlamento europeo è quello dell’ex sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

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