La recensione del libro di Sandrine Collette edito da edizioni e/o, 208 pp., 19 euro
In una regione chiamata il Paese Indietro, nel villaggio di La Foye, in un passato indefinito ma agricolo e feudale, vivono due famiglie in due fattorie vicine, su una piccola collina chiamata Le Salite. Le donne sono due gemelle, Ambre e Aelis, bellissime nonostante la malnutrizione, inseparabili anche se una è affettuosa e materna, mentre l’altra ha una durezza, una spigolosità che non risparmia nemmeno i tre figli. Riserva tutto il suo affetto alla sorella Ambre. In un incastro poco azzeccato, Aelis è sposata con Eugène, un uomo buono e fiero. Eugène non coltiva la terra dei padroni – i perfidi Ambroisie – come tutti gli altri, ma solo col suo cavallo trasporta la legna attraversando ogni giorno il fiume su una zattera – il ponte è crollato e mai ricostruito. In “Madelaine prima dell’alba“, di Sandrine Colette (edizioni e/o), tutto è tetro e disgraziato, ma sempre sull’orlo di un cambiamento epocale. Mentre si attende che qualcosa accada, i punti di vista cambiano, e la comunanza del sentire di tutte le creature emerge da una straordinaria voce narrante che prosegue per le prime cento pagine. Aelis, la gemella algida, ha tre figli, mentre Ambre, la materna, non ha figli anche se li vorrebbe. Come se non bastasse, il marito di Ambre, Leon, beve e non lavora (fabbricava gli zoccoli ma dopo un infortunio si è stabilito come personaggio bifolco depresso e alcolizzato), mentre il marito di Aelis, Eugène, è segretamente innamorato, ricambiato, di Ambre. La terra si coltiva senza attrezzi, con la vanga, e più di metà del raccolto va ai padroni. Dal clima e dai nomi si capisce che siamo in Francia, in un tempo che probabilmente è esistito e che a ben vedere, mutatis mutandis, forse esiste anche adesso. Il tempo in cui il lavoro non basta a vivere. Un giorno arriva nel villaggio una presenza, che per qualche giorno sembra un gatto. Non è un gatto ma è Madelaine, una “figlia della fame”, e cioè probabile orfana di genitori morti assiderati mentre cercavano radici bacche o carcasse. Madelaine è sopravvissuta abbastanza nel bosco da sola per essere selvatica e diversa. Con l’abbandono, sembra essersi liberata anche dei traumi intergenerazionali, come la paura dei capricci della terra, dei padroni, la convinzione di essere sempre schiavi e che essere schiavi sia giusto, sia nell’ordine delle cose. Madelaine è arrivata per rivoltare tutto, convinzioni e gerarchie. Ma già dalla prima pagina Madelaine prima dell’alba ribalta le nostre convinzioni, con una scrittura magnifica, soprattutto quando accosta umani e animali nell’unico destino di resistenza, ribellioni e alleanze.
Sandrine Collette
Madelaine prima dell’alba
edizioni e/o, 208 pp., 19 euro