Clementina

La recensione del libro di Giuliana Salvi edito da Einaudi, 336 pp., 19 euro

“Temo di non riuscire a separare il ruolo di madre da quello di insegnante. Per questo mi sento una ciarlatana che si spaccia per ciò che non è”: leggendo il romanzo d’esordio di Giuliana Salvi mi sono detta che questa storia avrebbe potuto cominciare con questa frase, segnando un po’ il discorso attorno a mille fattori. Il talento delle donne, la loro capacità di donarsi, di istruire, di entrare in empatia, e poi quel movimento naturale, quasi connaturato, che ci spinge a tirarci indietro perché non siamo mai abbastanza.

Giuliana Salvi prende spunto dalla storia di Clementina Martello, che è anche sua bisnonna, per raccontare innanzitutto un amore, quello per i libri e per la scrittura, ma soprattutto per narrare un sentimento che non è solo rivalsa o realizzazione ma prima di ogni altro è presa di coscienza di un Sé.

In questo romanzo si respirano tante atmosfere eppure due sono i luoghi di riferimento, Lecce e Roma, nei quali ci muoviamo in un Novecento denso e pericoloso, chiuso fra le due guerre mondiali ma anche aperto a tante possibilità future. Tutto questo si riverbera in una protagonista che dopo la morte del marito Cesare lascia Roma insieme ai figli Filippo, Emira e Francesco per tornare in Puglia, dove troverà le sorelle in difficoltà e una casa (quella dei genitori) da gestire. Si mette alla scrivania che fu di suo padre e inizia a fare i conti. Quella scrivania significa tante cose, a partire dal fatto che lei, una scrivania tutta per sé in una “stanza tutta per sé”, ce l’aveva avuta grazie al marito. Uno spazio certo, dove leggere scrivere e approfondire. Dove sentirsi sé stessa e non qualcun altro.

Il simbolo di questa storia è proprio il tavolo su cui combattere per divenire chi si vuole, lo strumento con cui costruire una cultura che diventerà “arma” al posto dei fucili: Clementina, tra sacrifici e conti da far tornare, in un momento doloroso ma anche di forte legame con la famiglia a cui fa ritorno, decide di mettere a frutto la sua erudizione. La rivoluzione domestica è la scuola in casa, è mettere a disposizione ciò che si è appreso per trasmetterlo a giovani e giovanissime, è far fiorire nuove coscienze, osare senza vergogna, ed è l’occasione giusta per imboccare il proprio destino, quella strada che sembrava proibita e che invece Clementina percorre senza più paura.

Giuliana Salvi narra una storia antica e attuale, con un personaggio estremamente contemporaneo pur nel pieno dei suoi tempi, e insiste, oggi più che mai, sull’importanza di costruire una coscienza che non sia solo frutto di un compromesso sociale ma che guardi alla realizzazione personale nella convinzione estrema che essere è anche e soprattutto sapere di poter essere.

Giuliana Salvi

Clementina


Einaudi, 336 pp., 19 euro

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