Il Bologna vuole essere per l’Inter quello che è il Verona per il Milan

La sconfittà con i rossoblù sarà ancora decisiva per lo scudetto? Il Napoli spera di sì. L’importanza della paura nella sfida tra le squadre di Simone Inzaghi e Antonio Conte. Intanto al Milan continua l’autogestione modello scuole superiori

Il perché il Bologna abbia una certa predilezione per rovinare le voglie tricolore di Simone Inzaghi non è dato saperlo. Probabilmente è qualcosa che accade regolarmente per incroci casuali di avvenimenti storici, tipo gli scivoloni del Milan a Verona. Fatto sta che dopo il patatrac del 2022, i rossoblù ora, vincendo 1-0 al Dall’Ara il giorno di Pasqua, hanno permesso al Napoli di Antonio Conte di raggiungere l’Inter al primo posto in campionato. Ocio però che era qualcosa che prima o poi sarebbe successo perché il Napoli ha un finale di Serie A molto, ma molto, più agevole di quello dei nerazzurri; perché l’Inter quest’anno fatica a digerire le (felicissime) sbornie europee, e aver passato il turno contro il Bayern Monaco è al momento quella migliore; perché Antonio Conte è in quel momento nel quale tutto gli va bene.


Questa è Ocio però, la rubrica di Giovanni Battistuzzi sul campionato di calcio italiano, un piccolo breviario per evitare di prendere troppo sul serio la giornata di Serie A appena giocata


Lo vincerà in Napoli il campionato? Possibile, ma ocio però che se c’è una squadre contro la quale Antonio Conte lascia punti, sarà per nostalgia o inconscia bontà d’animo, è il Lecce (in otto gare ha vinto quattro volte, due pareggi e due sconfitte). E il disastratissimo Lecce di Marco Giampaolo, il Napoli lo incontrerà sabato 3 maggio, ancora in tempo per un moto di orgoglio del club salentino.

Quel che sembra evidente è che il Napoli non è più fresco, non ha più energie dell’Inter, nonostante non abbia giocato le coppe. Lo si è visto contro il Monza ormai retrocesso: partita piena di sofferenza e di pause buone per tirare il fiato. A fare la differenza è stata la mollezza dell’avversario e la paura del proprio allenatore. Proprio nel momento nel quale Antonio Conte ha dato segni di escandescenza, il Napoli ha trovato la calma per pensare e mettere in pratica un’azione buona per segnare. Ha segnato Scott McTominay, ancora Scott McTominay.

Quando i calciatori non sono fenomenali, quando le soluzioni calcistiche scarseggiano, a volte aver paura della reazione del proprio allenatore è utile. Soprattutto se la dirigenza ha dimostrato mollezza nel comando.

Deve esserci cattiveria vera però in panchina, non solo annunciata a parole. Tipo quella di Sérgio Conceição che dopo una settimana a illudersi di aver intrapreso la strada giusta per una vittoria che non faceva primavera, si è arreso alla desolante constatazione di aver perso quattro mesi della sua vita a dire cose ai suo calciatori che i suoi calciatori non interessa minimamente sentire. Perché i giocatori del Milan sono tornati alle superiori, in continuo sciopero e autogestione per protestare contro l’assenza delle balene e dei coccodrilli nel Seveso e contro un mondo che si riarma. Ocio però che in fondo in fondo c’è da stimarli: la loro indifferenza rispetto al campionato è degna di una asceta che se ne frega del mondo perché è alle questioni dello Spirito che va il suo interesse.

Per aver un’altra controprova di tutto questo sarebbe stato meglio aspettare il risultato di Parma-Juventus. I bianconeri infatti avevano puntato su un allenatore che generava timore in campo e continua a generarne in panchina. La morte di Papa Francesco però ha fatto decidere per il rinvio delle partite del lunedì di Pasquetta.

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