I punti più importanti presenti sull’agenda del capo dello stato, rispetto al futuro dell’Italia e rispetto al posizionamento in politica estera
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lo sapete, qualche giorno fa si è sottoposto a un piccolo intervento al cuore per l’impianto di un peacemaker e per qualche tempo dovrà riposare (i nostri auguri). Nell’attesa del suo ritorno al cento per cento, può essere utile provare a riavvolgere il nastro e individuare quali torneranno a essere, nelle prossime settimane, i punti più importanti presenti sull’agenda del capo dello stato, rispetto al futuro dell’Italia e rispetto al posizionamento in politica estera.
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Il primo punto riguarda l’Ucraina e a costo di indispettire ancora la Russia di Vladimir Putin il capo dello stato ha detto e ridetto quello che pensa: la violenza con cui la Russia ha aggredito l’Ucraina negli ultimi tre anni ricorda la violenza con cui la Germania di Hitler combatté negli anni Trenta e per evitare di avere un’Europa fatta di sonnambuli occorre dare agli ucraini il sostegno massimo dell’Italia e occorre fare di tutto per evitare che le trattative di pace eventuali con la Russia si trasformino in una resa dell’Ucraina. Il secondo punto, più sottile, riguarda la richiesta, da parte del Quirinale, di non abdicare alla difesa del patriottismo di fronte alla minaccia trumpiana e più volte Mattarella ha invitato la politica a saper mettere un muro di fronte ai tentativi di ingerenza di Musk & co. Il terzo punto, cruciale, riguarda i dazi, riguarda la necessità non soltanto di proteggere l’interesse nazionale, contrapponendosi all’interesse dei nazionalisti, ma di compiere il primo gesto per comprendere la difficoltà del momento: non si chiamano tensioni commerciali, si chiamano guerre, dice Mattarella. God bless.