La possibilità di controllare le nascite è alla base della nostra decrescita demografica

Oggi per fare un figlio è difficile trovare il momento giusto: di solito è spostato nel tempo, quando la futura madre si sta avvicinando alla menopausa e il futuro padre non è certo più giovane. Dai contraccettivi all’inseminazione eterologa di ovuli: pensieri a bassa voce sulla denatalità

In questo momento storico carico di situazioni difficili e di profezie funeree c’è una situazione che tutti riconoscono come grave, e denunciano come origine di molti altri pericoli: il crollo delle nascite soprattutto nel mondo occidentale. Nei rimedi proposti da ogni parte per rovesciare questa tendenza ci sono in genere gli aiuti economici ai genitori, gli asili nido, e la pressione sulla ricerca medica che lavori per combattere una sterilità – specie maschile – in aumento. In sostanza, si invocano soldi, investimenti. Nessuno osa dire la verità: che è la possibilità di controllare le nascite alla base di questa decrescita demografica. Nessuno osa dire che siamo vittime di quello che Isaac B. Singer ha ben descritto “dal giorno in cui gli esseri umani sono stati in grado di pensare, hanno sognato poteri che piegassero l’ordine naturale delle cose ai loro desideri e capricci”.

Nessuno osa dire che la nostra situazione somiglia in modo impressionante a quella illustrata dalla leggenda del re Mida che, a Dioniso che gli aveva promesso di esaudire un suo desiderio, aveva chiesto di tramutare in oro ogni cosa che avrebbe toccato. Naturalmente il dono si rivelò subito mortale: Mida tramutava in oro anche l’acqua e il cibo che portava alla bocca.

I contraccettivi sono stati un tocco magico – che sia stato anche qui ad agire Dioniso, dio dell’ebbrezza? – che prometteva agli umani di realizzare un loro desiderio: che l’atto sessuale potesse dare solo piacere, eliminando le conseguenze non richieste come la procreazione. Anche in questo caso, infatti, il dono si sta rivelando mortale, ma non si può dire perché la soddisfazione del desiderio sessuale, da aspirazione non sempre realizzabile, è diventata un diritto, addirittura sancito dall’Oms. E, naturalmente, i diritti non si toccano, sono tutti solo positivi.

Non si può dire, nemmeno a bassa voce, che forse non aveva tutti i torti Papa Paolo VI quando, nel ’68, nel promulgare l’Humanae vitae, diceva che era meglio non interferire in un così importante e delicato meccanismo naturale, che ne potevano derivare grandi guai. Ma noi niente, eravamo tutti convinti che i contraccettivi ci avrebbero aperto la porta della felicità.

Anche oggi, che è evidente a tutti che questa felicità non è arrivata, non si può avanzare un dubbio sulla assoluta positività dei contraccettivi. Ci dobbiamo rendere conto, però, che è difficile trovare il momento giusto per fare un figlio, e soprattutto quello che appare come momento giusto di solito è spostato nel tempo, quando la futura madre si sta avvicinando alla menopausa e il futuro padre non è certo più giovane. Non poche risorse dei sistemi sanitari nazionali sono quindi dirette alle pratiche di procreazione assistita, che però è poco efficace con il crescere dell’età delle madri. Soprattutto, dopo i 40 anni, molto spesso richiede il ricorso all’inseminazione eterologa di ovuli, e spesso anche di spermatozoi.

Molto spesso questa seconda parte del programma viene taciuta davanti a amici e parenti, e anche al figlio, la si vorrebbe dimenticare. Perché ricordarla, poi, se i bambini nati in questo modo sono così belli, così spesso biondi con gli occhi azzurri, molto più belli dei genitori che li hanno scelti da un catalogo di “donatori”?

Mi è venuta in mente questa realtà guardandomi in giro: i figli di genitori anziani o di coppie omosessuali sono in genere più belli dei loro genitori, e poco somiglianti. Che c’è di male, se sono amati? Ma io mi domando se saranno amati allo stesso modo dei bambini in cui si scopre, negli anni, una somiglianza con un genitore amato, un tratto di carattere di un parente che magari il piccolo non ha neppure conosciuto, una qualità o un difetto “di famiglia”. Certo che saranno amati, ma cosa resta della famiglia? E della coppia che non si è fusa in un nuovo essere umano, ma ha desiderato e scelto, come si fa in un negozio. Non è la stessa cosa, il desiderio e l’amore sono sentimenti, emozioni, labili come ogni sentire umano, mentre le creazioni concrete di esseri umani che coinvolgono tutto il nostro essere sono altra cosa.

Ma certo, mi viene da pensare, se continuiamo così, tutti vorranno i bambini belli dei cataloghi e non quelli prodotti da loro, probabilmente più bruttini e magari, è possibile, anche meno intelligenti. Tanto è l’amore che conta, e solo l’amore, dicono tutti. E postare fotografie di pupi bellissimi sui social. Anche così si distrugge la civiltà occidentale, anche se vediamo solo il pericolo maggiore, quello della denatalità. Lo so, sono pensieri tristi e anti progressisti, ma se fossero veri?

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