L’inchiesta per corruzione sulla sindaca di Prato mette in fibrillazione il Pd. Il M5s è pronto a lasciare la giunta e mette in discussione anche la candidatura del presidente uscente alle prossime regionali. Anche a destra garantismo a correnti alternate: FdI chiede le dimissioni della prima cittadina
Il presidente della Toscana Eugenio Giani sa di avere un problema. Sogna la ricandidatura e, dopo un po’ di tentennamenti, ha convinto anche Elly Schlein a confermare il suo nome per il futuro della regione. Adesso però l’inchiesta sulla sindaca di Prato Ilaria Bugetti rischia di precipitare sulla composizione del campo largo alle prossime elezioni regionali e anche sulla sua candidatura. La prima cittadina che ha conquistato il secondo comune più popoloso della Toscana lo scorso anno con un asse che teneva insieme Pd e M5s (con esponenti stellati dentro la giunta), è indagata per corruzione. La Procura di Firenze le contesta diversi atti che – è la tesi dell’accusa – la sindaca avrebbe svolto in favore dell’imprenditore del tessile Riccardo Matteini Bresci. Molte delle contestazioni riguardano il precedente ruolo svolto dalla sindaca, quando, prima dell’elezione a Prato, era consigliere regionale del Pd in Toscana. Giovedì il Gip di Firenze prenderà una decisione sulla richiesta di arresti domiciliari avanzata dai pm. I 5 stelle della Toscana, attraverso una nota della coordinatrice regionale Irene Galletti, hanno fatto sapere che “se dovessero emergere elementi incompatibili con il nostro sostegno alla giunta non esiteremo ad agire di conseguenza”. Insomma, in base allo svolgimento dell’udienza decideranno cosa fare. A Prato certo, ma anche in Toscana.
Parlando con il Foglio, infatti, fonti del Movimento in regione spiegano che senza dubbio il caso potrebbe avere conseguenze anche sulle prossime elezioni, proprio perché molto dei fatti contestati a Bugetti si riferiscono al suo passato ruolo di consigliera del Pd. “E’ chiaro che – spiega un dirigente del partito di Conte che preferisce che il suo nome non venga riportato – anche le nostre considerazioni sulle future alleanze in vista delle regionali non potranno non tenere conto di questa storia”. La vicenda potrebbe essere per i 5 stelle il pretesto per far saltare il campo largo in Toscana o almeno per chiedere di cambiare il nome del candidato presidente. Giani dal canto suo ieri faceva sapere alle agenzie di dover “leggere gli atti, prima di esprimermi”. Insomma, prendeva tempo consapevole che i 5 stelle potrebbero utilizzare il caso contro di lui.
La difesa di Bugetti in nome della segretaria Schlein è stata invece affidata al suo fedelissimo Marco Furfaro: “Confermando il profondo rispetto per la magistratura, siamo certi che Ilaria saprà dimostrare la sua estraneità”. E poco importa che quando un’inchiesta dai contenuti simili, quella sull’ex governatore della Liguria Giovanni Toti, colpì un esponente del centrodestra il Nazareno preparò in fretta e furia una manifestazione a Genova dove Schlein, insieme agli altri leader del campo largo, chiedeva le dimissioni immediate di Toti, nonostante il presidente della regione non fosse stato ancora rinviato a giudizio.
Ma il doppio pesismo non riguarda certo soltanto il centrosinistra. Anche se a destra, forse anche con la consapevolezza che un’inchiesta sempre per corruzione settimana scorsa ha colpito il governatore calabrese di Forza Italia Roberto Occhiuto, il giustizialismo appare un po’ più annacquato. Forza Italia esprime la sua solidarietà a Bugetti, salvo poi sottolineare che: “Esiste un sistema Toscana che viene messo in luce dalla magistratura”. Anche la Lega si mantiene garantista con una certa fatica: “Non vogliamo assolutamente sostituirci al prezioso lavoro d’inquirenti, ma è chiaro che se le pesanti accuse di corruzione nei confronti del sindaco venissero confermate ci aspetteremo le immediate dimissioni”, hanno dichiarato Luca Baroncini, Elisa Montemagni, segretario toscano e capogruppo in consiglio regionale del Carroccio.
Ma è FdI il partito che non nasconde che già oggi Bugetti dovrebbe lasciare. “Crediamo nella presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio, ma reputavamo già debole e inadeguata Bugetti ben prima di questa vicenda. Crediamo che per lei sia a impossibile guidare la città con la serenità che serve”, dice Chiara La Porta, deputata pratese e titolare del dossier per FdI. Il partito di Meloni infatti contesta alla sindaca dem sia il finanziamento (regolare) ricevuto per la campagna elettorale, sia il lavoro che la sindaca avrebbe svolto fino al 2024 per l’imprenditore e che non sarebbe stato indicato all’interno del suo curriculum. Insomma non sarebbe tanto l’inchiesta, ma uno degli elementi contenuti all’interno a dover portare Bugetti alle dimissioni. Un gioco di prestigio con il solito obiettivo: usare un’inchiesta come clava politica contro l’avversario.