Greta e gli altri ciechi sul regime di Hamas

Non si tratta di una singola attivista. Si tratta di un inquietante schema ricorrente tra mille voci internazionali

L’8 giugno dell’anno 793 i monaci del monastero di Lindisfarne, sulla costa nord-orientale dell’Inghilterra, rimasero sconvolti nel vedere le lunghe navi vichinghe dirigersi verso di loro. Quell’incursione avrebbe segnato l’inizio della conquista vichinga dell’Europa occidentale. L’8 giugno 2025 un altro vichingo ha preso il largo: l’attivista svedese per il clima Greta Thunberg, con la sua flottiglia diretta a Gaza”. Così il Jerusalem Post. “Grazie al cielo c’è Greta Thunberg, che ci offre chiarezza e un’infallibile bussola morale, fermamente puntata contro il cattivo di sempre: Israele. L’ultimo episodio del teatrino umanitario di Thunberg l’ha vista a bordo della Madleen, una nave salpata dal porto di Catania il primo giugno affermando di portare aiuti (simbolici) a Gaza. Greta Thunberg ha acquisito notorietà negli ultimi sette anni, da quando ha iniziato le sue attività in Svezia, ed è diventata di fatto la ‘ragazza immagine’ del fronte anti-establishment. Le sue attività dal 7 ottobre, tuttavia, non hanno lasciato adito a dubbi su quale sia la sua posizione. Il suo messaggio è quello che il mondo si è abituato a sentire: Israele è il cattivo. Non c’è nessun altro responsabile o colpevole. Nessuna delle realtà che emergono da Gaza sembra turbare minimamente Greta Thunberg. A dire il vero, in qualche rara occasione si è degnata di borbottare che ‘va da sé’ che condanna le atrocità di Hamas. Davvero va da sé? In realtà, ciò che davvero ‘va da sé’ è il suo costante silenzio quando quelle atrocità coinvolgono i palestinesi che vengono sacrificati dal loro stesso governo.

Le sue dichiarazioni pubbliche, le sue proteste e le sue flottiglie non si concentrano mai sulla repressione all’interno di Gaza. Il bersaglio è sempre e solo Israele. Non si tratta di una singola attivista. Si tratta di un inquietante schema ricorrente tra mille voci internazionali, dalle ong ai gruppi universitari alle celebrità, che sentenziano con spocchiosa certezza morale sul ruolo di Israele nelle sofferenze di Gaza mentre trattano Hamas, quando se ne ricordano, come una deplorevole nota a piè di pagina. Al mondo viene ripetuto in modo martellante che la miseria a Gaza è dovuta esclusivamente a Israele, ai bombardamenti e alla ‘occupazione’. Chi scorre giornali e tv straniere o i post sui social network rimarrebbe stupito nello scoprire che Hamas svolge, eccome, un ruolo nel mancato arrivo degli aiuti a Gaza e nelle sofferenze – profonde e innegabili – che la gente comune di Gaza affronta quotidianamente. La narrazione di Thunberg sulla guerra tra Israele e Hamas non prevede nessuno spazio per la caotica e devastante realtà di fatto per cui i palestinesi sono vittime anche e soprattutto dei loro stessi capi. E che la morsa dittatoriale e mafiosa di Hamas non ha niente a che fare con la liberazione per cui Greta Thunberg crede di battersi. Thunberg non è cattiva, è solo intenzionalmente cieca.



La ragazzina che un tempo difendeva il pianeta ora si schiera, consapevolmente o meno, dalla parte di uno spietato regime terroristico. E questo fa della sua crociera un viaggio di pericolosa e deliberata ignoranza, non il gesto di speranza che lei crede che sia”.

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