Kyiv studia l’operazione israeliana in Iran, prende appunti e dice: non sarà Trump a fermare Putin

L’Ucraina ha una lezione da imparare dagli attacchi israeliani contro gli impianti nucleari iraniani: deve continuare a puntare sulla propria forza, e non limitarsi a sperare che l’America possa schiacciare la Russia

Kyiv. In Ucraina, gli attacchi israeliani contro gli impianti nucleari iraniani hanno gettato dubbi ulteriori sulla capacità del presidente americano Donald Trump di agire da leader mondiale in grado di fermare le guerre attraverso la diplomazia. Non ha ancora convinto la Russia a interrompere l’azione militare contro l’Ucraina, nemmeno per 30 giorni. “Trump è diventato un elemento assolutamente superfluo in processi globali che sono iniziati senza di lui, ma che possono anche concludersi senza di lui”, spiega Viktor Shlynchak, presidente dell’Institute of World Policy. Shlynchak ricorda che Israele ha attaccato l’Iran due giorni prima del sesto round di colloqui tra Iran e Stati Uniti, che si sarebbero dovuti svolgere in Oman. Trump ha affermato, nei suoi commenti a Fox News, di essere a conoscenza di tutti i piani del suo alleato e ha accusato l’Iran di non voler raggiungere un accordo.

A Kyiv però molti esperti hanno interpretato l’attacco non come una dimostrazione della forza di Trump, bensì come la determinazione di Israele a colpire il nemico, anche di fronte agli sforzi diplomatici infruttuosi degli Stati Uniti. Steve Witkoff, inviato speciale del presidente degli Stati Uniti in medio oriente, che si è anche recato a Mosca per colloqui con privati Vladimir Putin sull’Ucraina, ha fallito in entrambi i negoziati. “L’Ucraina ha una lezione da imparare dall’attuale scontro tra Israele e Iran. Deve continuare a rafforzare la propria forza, e non limitarsi a sperare che l’America possa schiacciare la Russia”, afferma Shlynchak, che aggiunge con certezza: “Non è Trump che fermerà Putin”.

“L’escalation in medio oriente potrebbe avere varie ripercussioni diverse sull’Ucraina”, afferma Roman Lozinsky, membro del parlamento ucraino della fazione Golos. Tra i fattori positivi c’è l’indebolimento dell’Iran, membro dell’Asse del male; Israele, nei prossimi attacchi, probabilmente non ignorerà le fabbriche per lo sviluppo dei droni Shahed, che l’Iran fornisce alla Russia per gli attacchi all’Ucraina; Teheran si concentrerà maggiormente sulla propria guerra, piuttosto che sull’aiuto a Mosca. Ma ci sono anche aspetti negativi, per esempio la distrazione dell’occidente, che di nuovo sposta la sua attenzione verso un’altra guerra. L’8 giugno, in un’intervista ad Abc News, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno trasferito in medio oriente 20.000 missili, precedentemente previsti per l’Ucraina per abbattere gli Shahed iraniani. Dovremmo anche aspettarci un aumento dei prezzi del petrolio, che porterà a un aumento delle entrate della Federazione russa, “così Mosca riceverà risorse per combattere più a lungo”, spiega Lozinsky.

Gli esperti ucraini sottolineano come la Casa Bianca abbia una reazione completamente diversa rispetto agli attacchi di Israele e dell’Ucraina in territorio nemico. L’operazione speciale Ragnatela, condotta dai Servizi di sicurezza ucraini (Sbu) il 1° giugno, che ha attaccato con droni aeroporti militari situati nelle retrovie della Russia, secondo Trump, ha dato a Putin un motivo per continuare a bombardare l’Ucraina. “E’ questo che non mi è piaciuto”, ha dichiarato il capo della Casa Bianca ai giornalisti il ​​6 giugno a bordo dell’Air Force One. Invece di accusare Putin per i bombardamenti molto forti in Ucraina, Trump ha insinuato che la vittima sia responsabile del fatto che venga colpita. Invece nelle sue valutazioni sull’attacco israeliano all’Iran, Trump sul social network Truth, ha minacciato Teheran di nuovi attacchi se non raggiungerà un accordo. A Kyiv si aspettavano passi e dichiarazioni così forti nei confronti di Putin, ma non ci sono stati. “Sono sconvolto dal numero di persone nella società ucraina e tra l’élite politica che credono ancora che Trump ristabilirà l’ordine”, afferma Valeriy Pekar, docente alla Kyiv-Mohyla Business School. “E’ una convinzione molto pericolosa. Lascia pensare che la guerra finirà presto, invece non finirà finché la Russia non perderà la capacità di combatterla”. C’è un altro aspetto a cui gli analisti ucraini stanno prestando attenzione. Nell’ultima telefonata fra Trump e Putin, si è parlato molto anche di Iran. Il presidente russo ha offerto a Trump la sua partecipazione ai negoziati con l’Iran. Ma dopo l’attacco israeliano, le possibilità di una mediazione russa sono diminuite drasticamente, così come l’influenza di Putin su Trump.

Il ministero degli Esteri russo ha condannato l’operazione israeliana e non avrebbe potuto essere altrimenti, visto che il 17 gennaio 2025 Russia e Iran hanno firmato a Mosca un accordo di partenariato strategico globale, che copre settori come la difesa, e prevede la fornitura reciproca di armi. Tuttavia, non è ancora chiaro se Putin ora accetterà di aiutare l’Iran. Ufficialmente, Kyiv ha dichiarato di seguire con preoccupazione gli sviluppi in medio oriente. Il proseguimento delle ostilità potrebbe avere conseguenze negative per la sicurezza internazionale e la stabilità finanziaria globale, in particolare sui mercati petroliferi. “Vorremmo ricordare che il regime iraniano sostiene la Russia nella sua guerra di conquista illegale contro l’Ucraina e fornisce a Mosca armi per uccidere gli ucraini”, si legge nella dichiarazione pubblicata sul sito web del ministero degli Esteri ucraino che sottolinea anche come l’Iran sia la fonte di molti problemi in medio oriente e oltre. I diplomatici ucraini chiedono alla comunità internazionale di adottare misure decisive per contenere il gruppo di regimi aggressivi: Russia, Iran e Corea del Nord. “Ma Trump non è ancora pronto per misure coraggiose contro la Russia”, afferma Shlynchak.

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