Nei primi 4 mesi dell’anno assunti 200 conducenti, ma non bastano a coprire gli esodi: la carenza di organico resta. Con la fase di formazione che dura oltre un anno e il costo della vita che spaventa i candidati
Non si è arrivati a una situazione di pieno organico – come aveva assicurato lo scorso luglio l’allora ad di Atm, Arrigo Giana – ma gli sforzi per implementarlo ci sono e stanno producendo risultati. Nei primi 4 mesi dell’anno sono entrati in azienda 200 nuovi conducenti, ora in servizio. A metà maggio e nell’ultimo fine settimana è andato in scena il Job Tour, quattro giornate dedicate a chi vuole intraprendere la conduzione di un mezzo pubblico di superficie con la possibilità di fare anche l’esperienza di guida di un bus elettrico grazie alla presenza di un simulatore e indossando la divisa Atm. Circa 600 colloqui è il bilancio positivo di questa iniziativa, anche se ovviamente tutto da verificare quante assunzioni frutterà: va subito precisato che i tempi non saranno brevi, per conseguire patente D e carta di qualificazione (entrambe richiedono un esame) ci vogliono 9 mesi che possono ridursi a 6 con un percorso più veloce di Atm, che si fa carico di tutte le spese e assegna 1.000 euro al mese per i neoassunti. La fase di formazione dura in tutto oltre un anno, quindi i primi nuovi autisti, nella migliore delle ipotesi, si vedranno nella seconda metà del 2026.
Se si guarda con l’occhio dell’economista si stenta a capire le difficoltà di Foro Bonaparte nel reperire risorse umane. Il gruppo Atm ha chiuso l’esercizio 2024 con un utile di 5,8 milioni di euro, anche la Capogruppo Atm spa ha registrato un risultato pari a 3,1 milioni di euro di utile. Vanta un profilo internazionale, lo scorso aprile ha vinto un bando per la gestione di 18 linee di autobus a Parigi che si aggiunge alla gestione delle reti metropolitane di Copenaghen e di Salonicco. Eppure non riesce a essere attrattivo sul mercato del personale nonostante abbia stanziato un milione di euro di incentivi e l’impegno sul tema delicato delle abitazioni i cui prezzi milanesi fanno scappare anche i più volenterosi: oltre al sostegno di 3 mila euro per coprire gli affitti di chi arriva in città, l’azienda sta sviluppando un progetto di housing sociale con un bando pubblico per la realizzazione di 150 alloggi destinati ai dipendenti nell’area dell’ex deposito di viale Zara su una superficie totale di 17 mila mq. Al momento si stanno esaminando le manifestazioni d’interesse pervenute, quanto ai Job Tour per ora non sono previsti altri ma la ricerca di figure professionali non si ferma grazie anche alla collaborazione con Afol.
Uno sguardo più ampio aiuta a comprendere il problema. Secondo il “Driver Shortage Report 2023” dell’Unione internazionale dei trasporti stradali (Iru) in Europa ci sono 105 mila posizioni non coperte di conducenti di autobus e di pullman, il 10 per cento delle posizioni totali. In Italia, si stima una necessità di 10 mila nuovi conducenti entro il 2030. Un’analisi che non consola il coordinatore per la Filt Cgil del trasporto pubblico Matteo Franco: “In Atm c’è un turn over di 300-350 conducenti, le assunzioni fatte non bastano a coprire gli esodi: vanno bene le misure messe in campo per la nuova occupazione ma non sono sufficienti quelle per non fare andare via i dipendenti: le retribuzioni sono deboli, gli orari pesanti, è difficile anche prendere la ferie”.
Più agevole l’operazione di ricerca macchinisti da parte di Trenord, altro player pubblico che gestisce il trasporto ferroviario lombardo. La ricerca di candidati, già partita online, avvierà un percorso di formazione organizzato da Trenord che comporterà il conseguimento della Licenza europea e il certificato complementare “A4/B1”: la durata è di circa 6 mesi cui si deve aggiungere l’addestramento il tirocinio alla condotta dei treni di 5 mesi prima di entrare in servizio. Trenord fa sapere che non ci sono problemi di organico e che nel 2024 in tutto sono state assunte 371 persone, di cui 230 sono macchinisti o capitreno. Complessivamente, a fine 2024, il personale di Trenord conta 4.925 unità, di cui il 53 per cento (circa 2.600) suddivisi fra capitreno e macchinisti.