I consiglieri laici di centrodestra al Csm hanno chiesto l’apertura di una pratica sulle critiche mosse dal pm torinese Toso contro la riforma Nordio per valutare eventuali profili disciplinari
E’ finito dritto al Consiglio superiore della magistratura il caso, raccontato ieri su queste pagine, del pm torinese Paolo Toso, che durante la requisitoria di un processo avrebbe attaccato la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere in discussione in Parlamento. “Questo è un caso che rende preoccupante il progetto di separazione delle carriere dei magistrati. E’ stata l’autonomia del giudice a permetterci di operare un vaglio critico degli elementi che ci sono stati forniti”, avrebbe detto Toso di fronte ai giudici del tribunale di Torino. In seguito alla pubblicazione dell’articolo, i consiglieri laici del Csm Enrico Aimi, Isabella Bertolini, Daniela Bianchini, Claudia Eccher e Felice Giuffrè hanno depositato al comitato di presidenza di Palazzo Bachelet la richiesta di apertura di una pratica nei confronti del sostituto procuratore di Torino, affinché siano eventuali profili di incompatibilità funzionale o responsabilità disciplinare a carico del magistrato.
Nel documento, i laici di centrodestra sottolineano come le affermazioni di Toso, “totalmente scollegate dai fatti oggetto del processo, rappresentino una presa di posizione politica impropria, espressa in un contesto – l’aula di giustizia – che richiede il massimo equilibrio e imparzialità”. “La libertà di espressione è un diritto sacrosanto – dichiarano i firmatari – ma non può travalicare il principio costituzionale della separazione dei poteri. Un magistrato non può utilizzare l’aula di tribunale per esprimere giudizi su un progetto di riforma costituzionale in discussione, pena la compromissione della credibilità e dell’indipendenza della funzione giudiziaria”. Di conseguenza, i consiglieri “invitano il Consiglio superiore della magistratura, in qualità di garante dell’autonomia e dell’imparzialità della magistratura, a verificare la veridicità dei fatti riportati e, se confermati, a valutare eventuali profili di incompatibilità funzionale o responsabilità disciplinare a carico del magistrato”.
“Mi sembra una vicenda abbastanza grave. Ormai si usano anche gli atti giudiziari, in questo caso una requisitoria, ma domani potrebbe essere persino una sentenza, per criticare una riforma in discussione in Parlamento”, dichiara al Foglio la consigliera laica Isabella Bertolini. “Le frasi pronunciate dal dott. Toso, da voi riportate, sembrano voler mettere in discussione il solito tema dell’autonomia dei magistrati. Il pm di Torino sembra sostenere che ha potuto svolgere l’indagine perché oggi gode ancora di autonomia. Ma la proposta di riforma è molto chiara sul mantenimento delle garanzie per tutti i magistrati, inclusi i pm, che avranno un Csm tutto loro”, aggiunge Bertolini.
Le affermazioni di Toso hanno scosso il Csm, ma non soltanto nella sua componente laica. Per Bernadette Nicotra, togata al Csm per il gruppo di Magistratura indipendente, le parole del pm di Torino “sollevano forti perplessità e preoccupazioni sul piano istituzionale: dichiarazioni di tal tenore, peraltro rese nel contesto di un procedimento penale, finiscono per alimentare, anche al di là delle intenzioni personali, la percezione di una magistratura orientata ideologicamente e non sufficientemente ancorata ai princìpi di imparzialità e terzietà che ne devono contraddistinguere l’azione”. Secondo la togata di Mi, “pur nel pieno rispetto del diritto costituzionalmente garantito alla libertà di espressione è essenziale che i magistrati, nell’esercizio delle loro funzioni, preservino un rigoroso equilibrio istituzionale. L’aula di giustizia non può né deve diventare un’arena per valutazioni o giudizi su progetti di riforma costituzionale ancora in discussione, pena il rischio di trasformare un luogo di giurisdizione in spazio di confronto politico, con tutte le implicazioni che ciò comporta in termini di credibilità e fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario”.
Intanto ieri pomeriggio l’Ansa, che per prima, mercoledì, aveva attribuito le affermazioni a Toso, ha pubblicato un’agenzia singolare (a 48 ore di distanza), né di formale rettifica della precedente agenzia, né di precisazione da parte di Toso, in cui si sostiene che quest’ultimo non avrebbe mosso alcuna critica alla riforma costituzionale. Una sorta di autosmentita (anche se l’agenzia era stata da noi verificata), che non fa altro che aumentare la curiosità su quanto avviene nelle aule di giustizia di Torino, e anche in certe redazioni.