L’Inter alla scoperta di Chivu, la Juventus al casting per il futuro di Tudor, mentre i giocatori sono pressati come sardine in un calendario che concede decisamente poco spazio al riposo
Un mese di calcio? Ancora? Persino il più accanito appassionato italiano, giunto a metà giugno stremato dai risultati della sua squadra del cuore – con alcune felici eccezioni – e dai quindici giorni di ordinaria follia che hanno travolto la Figc e la Nazionale azzurra, guarda con sospetto e diffidenza al Mondiale per club, ultima diavoleria moderna voluta dalla Fifa per provare a superare la vecchia formula, ritenuta obsoleta e poco attraente. I primi a esserne rimasti scottati, al momento dell’annuncio, erano stati i giocatori, pressati come sardine in un calendario che concede decisamente poco spazio al riposo. Ma anche questo è il calcio, e allora via a un altro torneo con 32 squadre, una finestra di mercato creata ad hoc per strizzare l’occhio alle corazzate in grado di spendere e spandere e a una competizione che però, in particolar modo per le due italiane impegnate, potrebbe dare indicazioni utili.
Inter e Juventus dovranno cercare di trovare l’alba dentro l’imbrunire, per prendere in prestito un concetto reso celebre da Franco Battiato (Prospettiva Nevski, 1980), ma pescato a piene mani dalla filosofia di Gurdjieff: la luce nelle tenebre, l’inizio nella fine. Questo Mondiale per club che arriva in coda a una stagione logorante per l’Inter in termini di impegni e per la Juventus se pensiamo a tutta la fatica fatta a livello tecnico deve necessariamente rappresentare un’occasione di ripartenza, nonché un modo per valutare come intervenire nel corso dell’estate. Il tutto cercando di muoversi con estrema delicatezza: inciderà, e non poco, sulla stagione che verrà, specialmente per quanto riguarda la preparazione atletica che sarà inevitabilmente condizionata dalla data in cui si tornerà al lavoro. Scopriremo presto se Inter e Juventus vedranno la rassegna statunitense come un peso o come un’opportunità: ma Cristian Chivu non può certo presentarsi in maniera dimessa in una piazza che conosce bene ma che, pur stimandolo per i trascorsi da calciatore, ha vissuto il suo arrivo come un ridimensionamento.
La società avrebbe trattenuto volentieri Inzaghi e fatto di tutto per portare alla Pinetina Cesc Fabregas una volta scoperto il piano arabo del piacentino, invece si ritrova a ripartire da un tecnico indubbiamente promettente, capace di raddrizzare la barra di un Parma che sembrava prossimo al naufragio, ma con una dozzina di presenze da allenatore tra i professionisti. Poteva essere l’occasione per testare Pio Esposito, ma l’infortunio che lo ha colpito al termine per i playoff di B lo costringerà a entrare in gioco solo nella seconda fase del torneo, qualora l’Inter si qualificasse. E allora occhi puntati sui due volti nuovi, Sucic e Luis Henrique, cercando di scoprire quali sono le idee tattiche di Chivu, che a Parma ha iniziato in un modo (difesa a quattro) e ha finito in un altro (linea a tre con grande aiuto difensivo anche dei due esterni a tutta fascia). Tutto farebbe pensare a un lavoro nel solco di quello portato avanti in questi anni da Inzaghi, anche se Chivu negli Stati Uniti dovrà pensare innanzitutto a non logorare ancor di più i vari Bastoni, Barella e Dimarco, apparsi ai limiti del presentabile nella tragedia azzurra dopo aver sofferto le pene dell’inferno in finale di Champions.
Igor Tudor temeva di dover affrontare il Mondiale per club come una sorta di esame di maturità, invece ha ricevuto una calda pacca sulla spalla dal nuovo direttore generale bianconero, Damien Comolli: sarà lui il tecnico della Juventus nella prossima stagione. Certo, sembra una conferma più per mancanza di alternative, vista la decisione di Antonio Conte di non tradire il contratto siglato con De Laurentiis, che per effettiva convinzione, ma è un premio alla juventinità mai nascosta dal gigante croato e a un finale di stagione che gli ha permesso di tagliare il traguardo del quarto posto e del relativo piazzamento in Champions League. Il risultato non è arrivato in maniera brillante, con tanti mezzi passi falsi uno in fila all’altro, ma nessuno in casa Juve poteva permettersi di discutere la pur sofferta qualificazione per l’Europa che conta.
La società ha consentito a Tudor di avere a disposizione negli Stati Uniti i due prestiti più controversi, Kolo Muani e Francisco Conceiçao, che rischiavano il ritorno alla casa madre. Sarà un’occasione per capire ancora meglio cosa farne, se mettersi al tavolo con Paris Saint-Germain e Porto per trattare un eventuale riscatto o se è il caso di lasciarli andare senza troppi rimpianti, anche se il bottino del francese nei mesi bianconeri è tutt’altro che disprezzabile, soprattutto considerando che l’esperienza di Vlahovic a Torino sembra ampiamente giunta al capolinea. Paradossalmente, se si tiene conto dell’onda lunga di Tudor rispetto a quella agli inizi di Chivu, è proprio la Juventus a prendere il Mondiale per club come una sorta di casting: da Rugani a Kostic, da Kelly a Douglas Luiz, senza dimenticare Nico Gonzalez e Koopmeiners, sono davvero tanti i giocatori che, per motivi diametralmente opposti, dovranno sfruttare al meglio la vetrina statunitense. La difesa avrà gli uomini contati, visto che Renato Veiga è rientrato al Chelsea, e c’è curiosità attorno a Gleison Bremer, assente da ottobre: volerà negli Stati Uniti, ma senza forzare.
A far affrontare ai club questa ennesima competizione con il sorriso, per quanto forzato, sulle labbra, è il ritorno economico: l’Inter dovrebbe avere un minimo garantito di 24 milioni di euro, la Juventus tra i 18 e i 20 milioni. Tanto per avere un’idea, il Chelsea ha incassato 22 milioni di euro vincendo la Conference League. Tutto il resto balla in base ai risultati ed è realistico pensare che nerazzurri e bianconeri riescano a passare la fase a gironi (passano le prime due di ogni gruppo, l’Inter è con River Plate, Urawa Red Diamonds e Monterrey; la Juventus con Manchester City, Wydad Casablanca e Al Ain), aumentando così il gettone. Ed ecco spiegato perché avremo ancora un mese di calcio da guardare. In Italia vedremo tutte le partite gratuitamente su Dazn e la miglior gara del giorno sulle reti Mediaset (Canale 5 o Italia 1).