Così Israele ha ucciso i generali e gli scienziati coinvolti nel programma nucleare iraniano

Promettevano di “cancellare il regime sionista” dalla mappa politica, sono stati colpiti nell’operazione “Rising lion” nella notte tra giovedì e venerdì. I ritratti degli (ex) vertici del regime di Teheran

Nell’operazione “Rising lion” partita nella notte tra giovedì e venerdì per colpire il programma nucleare iraniano, Israele con alcuni attacchi chirurgici ha ucciso alti ufficiali e scienziati del regime iraniano: primo fra tutti Mohammad Bagheri, comandante in capo dell’esercito iraniano, secondo nella catena di comando degli ayatollah dopo la Guida suprema Ali Khamenei. Teheran ha confermato la morte anche di Hossein Salami, capo del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica (Irgc), la principale forza militare iraniana. Salami aveva detto: “Se commettete il minimo errore, vi apriremo le porte dell’inferno”.



Mohammad Bagheri

Nato nel 1960, Bagheri si arruolò nel Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica durante la guerra tra Iran e Iraq, in cui morì suo fratello maggiore Hassan, e nel 1983 divenne capo delle operazione di intelligence. Nel 2016 Ali Khamenei ha nominato Bagheri capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, dal 2019 sotto sanzioni americane poiché a capo del “più alto organo militare dell’Iran, che attua la politica e monitora e coordina le attività all’interno delle forze armate”. Bagheri si trovava nella sala di controllo quando lo scorso ottobre l’Iran lanciò l’attacco contro Israele. Secondo l’agenzia iraniana Irna, sarebbe stato sostituito da Abdolrahim Mousavi.



Hossein Salami


Comandante delle Guardie rivoluzionarie dal 2019, poco prima dell’attacco israeliano Salami aveva dichiarato: “Il nemico ci minaccia di tanto in tanto, ma siamo pronti a qualsiasi scenario. Avvertiamo il nemico di non commettere errori e di riflettere attentamente sulle conseguenze delle sue azioni. Siamo pronti ad affrontare qualsiasi guerra a qualsiasi livello”. Era noto per la sua retorica feroce contro Israele, prometteva di “cancellare il regime sionista” dalla mappa politica. Entrò nella guardia nazionale nel 1980, arrivando a comandarne l’aeronautica, e venne sanzionato nel 2006 dalle Nazioni Unite e nel 2007 dagli Stati Uniti per il suo coinvolgimento nel programma nucleare iraniano. Sarebbe stato sostituito dal generale Mohammad Pakpour.



Gholamali Rashid



Rashid è stato vicecomandante in capo delle Forze armate per 17 anni, fino al 2016, quando ha ricoperto il ruolo di comandante del quartier generale centrale di Khatam al Anbia, il più importante organo di comando militare strategico iraniano. Avrebbe avuto un ruolo fondamentale nelle operazioni del programma iraniano sui droni aerei senza pilota (Uav), e a febbraio aveva promesso di reagire a qualsiasi attacco al programma nucleare iraniano.



Amir Ali Hajizadeh


Capo dell’unità aerea dell’Irgc, anche lui si arruolò nel 1980, Hajizadeh era ritenuto responsabile della crescita dell’arsenale di droni di Teheran e a capo del programma missilistico del paese. Secondo Israele era lui il principale responsabile delle direttive degli attacchi aerei contro il territorio israeliano, organizzando l’attacco contro Israele nell’aprile 2024 e dell’attacco missilistico contro una base statunitense in Iraq nel 2020. E’ stato colpito con altri ufficiali iraniani dell’aeronautica militare mentre si riunivano in un centro di comando sotterraneo.



Ali Shamkhani



Ex comandante della Marina, Shamkhani supervisionava i colloqui sul nucleare con gli Stati Uniti sotto l’Amministrazione Trump, era un alto funzionario della sicurezza iraniana e stretto consigliere di Khamenei. Nel 2001 si candidò alla presidenza e pianificò una seconda candidatura anche nel 2023. Dal 2013 al 2023 ha ricoperto il ruolo di segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale: ieri è stata confermata la sua morte.

Fereydoun Abbasi


Ex capo dell’Organizzazione per l’energia atomica dell’Iran, Abbasi è stato uno scienziato nucleare e ha fatto parte del Parlamento iraniano dal 2020 al 2024. Già nel 2010 rimase ferito in un attentato da parte di Israele, quando un motociclista appese una bomba alla sua auto. Nel 2007 fu sanzionato dalle Nazioni Unite per coinvolgimento in “attività nucleari o missilistiche balistiche” e dagli Stati Uniti nel 2012 per aver lavorato all’arricchimento dell’uranio.

Mohammad Mehdi Teheranji



Anche lui scienziato nucleare, Teheranji era a capo dell’Università islamica Azad di Teheran e professore all’Università Shahid Beheshti. Era un esperto del piano Amad, il programma iraniano per il potenziamento delle capacità nucleari lanciato nei primi anni 2000.


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