Contratto rinnovato con Stellantis, ma in stallo con Federmeccanica. Parla Uliano (Fim-Cisl)

Il tavolo con la federazione sindacale dell’Industria metalmeccanica è bloccato da sette mesi. “Ma l’accordo con il gruppo guidato da Filosa dimostra che anche nei momenti peggiori ci si può prendere la responsabilità di rispondere alla questione salariale”, dice il segretario generale Fim-Cisl

Ci sono i buoni e ci sono i cattivi. I buoni si fanno carico del problema salariale italiano, i secondi “tengono in ostaggio un milione e mezzo di lavoratori, causando danno all’economia e rischiando di mandare a picco il paese’’. I buoni si chiamano Stellantis, i cattivi Federmeccanica. In mezzo, tra i buoni e i cattivi, ci sono i sindacati dei metalmeccanici che venerdì scorso hanno firmato il contratto specifico di Stellantis, mentre da un anno cercano invano di rinnovare il contratto nazionale con Federmeccanica.

Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim-Cisl, è scoraggiato e arrabbiato: “Da sette mesi rifiutano di tornare al tavolo, ma l’accordo con Stellantis dimostra che è sempre stata una posizione strumentale: se l’auto, che vive le difficoltà peggiori del settore, ha firmato un contratto che supera l’inflazione, con 140 euro di aumento per il biennio, è evidente che tutte le accuse, le campagne di delegittimazione che Federmeccanica ci ha rivolto in questi mesi, sono una questione politica e non di sostanza’’. Stellantis si è presa la responsabilità di rispondere al problema salariale dei suoi 60 mila dipendenti, mentre Federmeccanica ha dimostrato una totale indifferenza nei confronti delle buste paga di due milioni di metalmeccanici: “E credo – sottolinea Uliano – che tutti dovrebbero interrogarsi su questo atteggiamento. Perché se Federmeccanica si appella al ‘momento difficile’, Stellantis ha dimostrato che anche nei momenti peggiori si può prendersi la responsabilità di rispondere al lavoro e al paese, alla questione salariale”.

Eppure, gli appelli non sono mancati. Cgil, Cisl e Uil hanno sollecitato più volte Confindustria affinché a sua volta facesse pressione su Federmeccanica; molti comuni, a partire da quello di Torino, hanno approvato mozioni in favore della ripresa delle trattative; cinque grandi gruppi industriali, capeggiati da Leonardo, hanno scritto una lettera dove si sottolinea il danno che lo stallo sul contratto può causare alle imprese. Ma tutto è stato inutile. Il 26 giugno Cgil, Cisl e Uil incontreranno il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, potrebbe essere un’occasione per sollecitarlo a dire o fare qualcosa per la vostra vertenza? Uliano ne dubita: ‘’Orsini non ha detto mai una parola su Federmeccanica, e del resto sa benissimo che il blocco del contratto è dovuto anche alla volontà delle sue territoriali di Confindustria”.

Anche una eventuale mediazione del ministero del Lavoro non sembra essere in vista. E del resto, osserva il leader Fim, “su cosa dovrebbe mediare, se nemmeno c’è una trattativa? Se Federmeccanica non voleva che definissimo nemmeno la quantità degli aumenti salariali? Ma s’è mai visto un negoziato nel quale non si possono dire le cifre?”. Poche speranze anche per l’arrivo a breve di un nuovo presidente al vertice degli industriali metalmeccanici: “Ci auguriamo che sia migliore di quello attuale, ma chissà. Intanto, con la storia del passaggio di consegne tra una presidenza e l’altra, l’associazione sarà ferma per ben due mesi. Noi, quando c’è stato l’avvicendamento del segretario generale in Fim, in 48 ore eravamo operativi”.

Il rammarico di Uliano, però, va ben oltre il contratto. Con Federmeccanica i sindacati avevano instaurato da anni un sistema di relazioni industriali molto avanzato, mentre ora c’è un arretramento imprevedibile, il clima complessivo si sta inasprendo: “Stavamo lavorando sulla partecipazione, mentre ora ci ritroviamo in una conflittualità da anni Settanta. E’ una logica miope, che rischia di fare danni a lungo”.

La speranza è che l’intesa con Stellantis faccia riflettere le imprese aderenti a Federmeccanica, che le spinga a una sorta di ‘’ribellione’’. Anche in casa Elkann, del resto, a lungo le tensioni coi sindacati erano state forti; ma tutto sembra cambiato con l’arrivo del nuovo amministratore delegato Antonio Filosa. Impossibile non notare la coincidenza tra la sua nomina e la felice conclusione del Ccsl. Dopo l’insediamento di Filosa (23 giugno) è previsto un incontro coi sindacati, in un clima che si immagina positivo: “Per noi è sempre stato il candidato interno migliore. Poi, ovviamente, alle sue qualità devono rispondere fatti concreti. Gli chiederemo un rafforzamento del piano industriale, e staremo a vedere”. Intanto, il 20 giugno i metalmeccanici faranno il quinto sciopero di 8 ore: in tutto sono già 40, praticamente una settimana intera di lavoro. Persa nel pozzo senza fondo di una trattativa fantasma.

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