Nella notte tra il 30 e il 31 maggio sono stati colpiti il Muro dei Giusti del Memoriale della Shoah, la sinagoga Agoudas Hakehilos e quella di rue des Tournelles e il ristorante Chez Marianne. Alcuni precedenti con lo stesso modus operandi
La pista privilegiata per l’ennesimo atto vandalico a carattere antisemita sul suolo francese è ancora una volta quella russa. Giovedì scorso, tre uomini di nazionalità serba sono stati incriminati e incarcerati a Parigi per aver imbrattato alcuni siti ebraici con una vernice verde, “allo scopo di servire gli interessi di una potenza straniera”, ha detto all’Afp una fonte giudiziaria. Secondo un’altra fonte vicina al dossier, gli investigatori sono convinti che la “potenza straniera” sia la Russia.
I fatti sono accaduti nella notte tra il 30 e il 31 maggio, e i luoghi colpiti sono stati quattro: il Muro dei Giusti del Memoriale della Shoah, la sinagoga di rue des Tournelles, la sinagoga Agoudas Hakehilos e il ristorante Chez Marianne. I tre cittadini serbi, prima di compiere l’atto, hanno scambiato alcuni messaggi su Telegram con altri protagonisti che al momento non sono stati arrestati. I tre uomini, due fratelli nati nel 1995 e un uomo nato nel 2003 che viveva in Francia da diversi anni, sono stati arrestati lunedì nelle Alpi Marittime mentre si preparavano ad abbandonare il paese. Secondo una fonte, gli inquirenti hanno subito preso in considerazione l’ipotesi di un’operazione di destabilizzazione dall’estero, simile al cosiddetto “affaires des mains rouges” del maggio 2024. Anche in quel caso fu vandalizzato il Muro dei Giusti al Memoriale della Shoah, ma al posto della vernice verde vennero dipinte una ventina di mani rosse, riferimento diretto al massacro da parte della folla palestinese di due riservisti israeliani a Ramallah il 12 ottobre 2000, all’inizio della Seconda Intifada. Lo stesso modus operandi fu registrato nell’autunno del 2023, quando nel Quattordicesimo arrondissement di Parigi e in alcune banlieue limitrofe vennero taggate una sessantina di stelle di David sui muri di case e negozi gestiti da cittadini di confessione ebraica. Quello della scorsa settimana potrebbe essere l’ennesimo colpo di Mosca per tentare di destabilizzare la società francese.