È ancora molto grave Miguel Uribe Turbay, senatore del partito conservatore Centro Democratico che voleva candidarsi per il maggio del 2026 e che sabato è stato colpito da tre proiettili. Fermato un minore. Il governo rafforza la sicurezza
Tra il 1978 e il 1982 Julio César Turbay Ayala, il suo nonno materno, fu il 33esimo presidente della Colombia. Il 25 gennaio 1991, tre giorni prima che lui compisse cinque anni, sua madre Diana Consuelo Turba Quintero, avvocatessa e nota giornalista tv, fu uccisa dai narcos di Pablo Escobar, che l’avevano sequestrata il 30 agosto precedente, durante un tentativo della polizia per liberarla. È lei uno dei personaggi attorno a cui Gabriel García Márquez scrisse il libro “Notizia di un sequestro”. Sabato Miguel Uribe Turbay. senatore pre-candidato alle elezioni presidenziali del 2026 per il Centro Democratico di Álvaro Uribe Vélez, è stato gravemente ferito mentre stava facendo un comizio a Bogotá con colpi d’arma da fuoco. Due lo hanno raggiunto alla testa, uno al ginocchio. Sottoposto a due complessi interventi chirurgici cerebrovascolari, le sue condizioni sono ritenute ancora “critiche”, nonostante le operazioni siano state eseguite con successo.
L’attentatore, subito arrestato dopo essere stato ferito dalla scorta, è un ragazzino di neanche 14 anni, che ha utilizzato una pistola semiautomatica Glock. Un’arma piuttosto cara, e non facilmente reperibile. L’uso di minorenni per questo tipo di attentati richiama appunto ai metodi di Pablo Escobar. Tra i numerosi filmati girati dai presenti con i cellulari uno mostra appunto lo sparatore ascoltare Uribe.
Un altro mentre cerca di fuggire. Un altro la cattura. C’è anche un video che lo mostra parlare con una donna, che però si è poi presentata alla polizia, dicendo che era stata una conversazione casuale. Il ragazzo si dice ora disponibile a collaborare, spiegando che ha agito per denaro e che può dare i numeri telefonici di chi lo ha contattato.
Secondo Marco Rubio, l’attentato è il “risultato della violenta retorica della sinistra proveniente dai più alti livelli del governo colombiano”, rilanciando accuse che vengono dall’opposizione. Chiamato in causa, il presidente Gustavo Petro ha condannato “categoricamente ed energicamente l’attentato”, definendolo “un atto di violenza non solo contro l’integrità fisica del senatore, ma contro la democrazia, la libertà di pensiero e l’esercizio legittimo della politica in Colombia”. Ma l’ex-ministro di Salute ed Educazione Alejandro Gaviria su X ha bollato la presa di posizione del presidente come “patetica, triste, assolutamente incoerente e molto preoccupante”.
Il ministro della Difesa Pedro Sánchez ha riferito che il governo offrirà fino a tre miliardi di pesos (circa 638.000 euro) per informazioni rilevanti sui mandanti del crimine, ed è stata anche rafforzata la sicurezza dei candidati presidenziali. Ha pure parlato di tre ipotesi, per la verità piuttosto generiche: Uribe potrebbe essere stati colpito perché era lui, perché si volevano colpire i politici in genere o per screditare il governo.