Il sostegno all’Ucraina non si discute, l’affidabilità per i partner europei nemmeno. Ma in questi tempi di crescente instabilità politica, anche un governo istituzionale come quello di Friedrich Merz “non basta a raddrizzare le cose”, avverte Jennifer Wilton, direttrice di Die Welt, alla Festa dell’Innovazione a Venezia. “E’ difficile parlare del nuovo cancelliere in un contesto di innovazione: sarà anche dello stesso partito di Merkel, ma da sempre nella Cdu convivono sfumature più progressiste o conservatrici. Merz proverà a cambiare, e soprattutto a portare la Germania fuori dalla depressione. Sia economica, sia atmosferica”.
Partiamo dalle problematiche interne. “Ovviamente la grande paura è che per la prima volta dal ’45 abbiamo l’estrema destra in Parlamento”, sottolinea la giornalista. “Attualmente Afd è il secondo partito e c’è davvero molta ansia che possa crescere ancora. Il populismo è un fenomeno globale, europeo: in Germania però ha le sue specificità, soprattutto a destra. Dove per ovvie ragioni storiche ha una grande attrattiva”. Come spiegare questo fenomeno? “In parte per la crisi, in parte per la grande discussione in corso sull’immigrazione: sin dal 2015 i tedeschi temono gli effetti delle aperture della stagione Merkel. Ma questo non è abbastanza per scatenare un voto di protesta così forte. Gli elettori ideologicamente convinti sono il 10-15 per cento. Afd però sta per raggiungere il 30. Stiamo cercando di capire: abbiamo un chiaro problema nella parte orientale del paese, dove sono stati commessi tanti errori post-riunificazione. Eppure è difficile individuare una ragione sociale vera e propria: rispetto all’est o al sud del continente, i nostri cittadini poveri stanno comunque meglio di molti altri europei”.
E veniamo appunto al contesto comunitario. “Di sicurezza ne parliamo tanto da almeno due anni, a prescindere dalla rielezione di Trump”, dice Wilton. “Anzi, sarebbe stato meglio iniziare a pensare prima a delle soluzioni comuni: dalla difesa dell’Ucraina al riarmo. Il problema è che in Europa c’è un vuoto di leadership. Francia e Germania in questo senso hanno fallito e nessun altro paese è riuscito a catalizzare il sentimento collettivo”. L’insediamento di Merz però potrebbe dare nuovo slancio. “Il cancelliere presto sarà alle prese con importanti questioni interne, ma intanto ha dato un’impronta molto positiva in politica estera: proprio cercando di incarnare quelle caratteristiche di leadership tanto attese. Ma se dovesse fallire, sarebbe un problema per tutti”. A partire dall’Ucraina. “Il precedente governo tedesco”, guidato dal socialdemocratico Scholz, “era stato già utile alla causa di Kyiv. E Merz su questo è sempre stato molto chiaro: la sua elezione è una buona notizia per gli ucraini. Lui vuole garantire il massimo supporto bellico e logistico, sta stringendo stretti contatti con Zelensky. Ci sono tanti soldi che il governo tedesco devolverà alla difesa ucraina”. Ma come si diceva, “sostenere le iniziative giuste potrebbe non essere sufficiente. Perché servono tempo, ragionamenti profondi. E la drammatica situazione attuale non dà affatto tempo ai politici”.