Nuovo schema-matrioska di Roma Capitale per il “welfare territoriale” nei municipi

Un piano triennale per rafforzare i servizi sociali, ascoltare i territori e costruire una rete di interventi mirati su fragilità, povertà e marginalità. Coinvolti cittadini, associazioni e Municipi in un percorso condiviso di prossimità e inclusione

Un nuovo Piano Sociale per Roma Capitale, approvato ieri con l’idea di rafforzare il sistema dei servizi sociali per “una città più equa e inclusiva”, con un programma triennale in nome di quello che è stato chiamato “welfare territoriale”.

Era iniziata con i tavoli d’ascolto nei quartieri di Roma, un anno e mezzo fa, in direzione del miglioramento della qualità della vita e del benessere negli anni post-pandemia, con particolare attenzione a chi, passando attraverso l’emergenza Covid, aveva ampliato lo spettro delle fragilità e delle “nuove povertà”.

Così, come piano di soccorso e attenzione, il Piano Sociale era stato presentato dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri e dall’Assessora alle Politiche Sociali e alla Salute Barbara Funari, puntando sulle tre parole chiave “partecipazione, programmazione e prossimità”.

Nel senso della “vicinanza alle problematiche cittadine”, ma anche nel senso del volersi dare una bussola che potesse orientare le iniziative politiche in materia.

L’ambizione, diceva Funari, “è quella di incidere nella vita quotidiana delle persone, disinnescare le micce dell’odio e promuovere forme di convivenza”.

Dal novembre 2023 a oggi, dopo una prima grande assemblea in Campidoglio, il Piano ha preso forma nel corso di quindici incontri nei Municipi, dove l’amministrazione capitolina ha incontrato realtà del terzo settore, sindacati e cittadini per colloqui informali in modalità “brainstorming”.

Definendo l’iter “complesso, ma l’unico per noi possibile”, Funari ha illustrato lo schema definitivo del Piano: una specie di matrioska che contiene i 15 piani dei municipi, con l’obiettivo “di rendere i servizi sociali accessibili e uniformi in tutti i territori”.

Nello schema finale, si punta a individuare nuovi strumenti di azione per il contrasto delle dipendenze e della povertà alimentare, per il welfare abitativo, per i centri anziani, in città e nei “non luoghi” come il Cpr di Ponte Galeria.

“In Italia il parametro è quello di un assistente sociale ogni 5 mila abitanti; ci stiamo avvicinando all’obiettivo di uno ogni 4 mila”, aveva detto il sindaco qualche mese fa, definendo il Piano uno strumento per l’individuazione degli obiettivi che potessero permettere l’ampliamento del welfare cittadino attraverso “la co-programmazione e la co-progettazione”.

“La nostra idea”, diceva Gualtieri, “è che le politiche sociali aiutino la città a essere migliore nel suo insieme; ed è la condizione per il successo di altre politiche”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l’Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l’hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E’ nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.

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