La presidente del Consiglio si dice “contrarissima” a dimezzare i tempi per la cittadinanza agli immigrati. Intanto Donzelli riapre al terzo mandato
Al seggio per rispetto, ma l’astensione è un diritto. Giorgia Meloni torna a parlare della sua scelta in vista del voto per i referendum di domenica e lunedì. Ospite della festa del quotidiano la “Verità”, la premier mostra un vecchio manifesto dei Ds del 2003 nel quale il partito, da cui discende il Pd, invitava gli elettori a non andare alle urne. Facile la polemica con chi adesso l’attacca dalle opposizioni.
Nel merito dei quesiti Meloni si dice “contrarissima” a dimezzare i tempi per la cittadinanza agli immigrati. Stimolata sulla polemica montata al mondo del cinema sostiene che aggiusterà della tax credit che ha permesso “cose folli come film costati allo stato 500 mila con una resa al botteghino di 2 mila euro”. Da qui un’altra invettiva sugli attori che sono di sinistra e si dichiarano e quelli di destra che invece non lo dicono altrimenti non lavorano.
Durante l’intervista, la presidente del Consiglio ha smentito le tensioni con i suoi vicepremier, Matteo Salvini in primis e poi Antonio Tajani, prendendosela con la stampa per le ricostruzioni false. Niente di nuovo. Sulla guerra in Medio Oriente, invece, ha ricordato che la reazione di Israele è “inaccettabile” anche se la reazione è frutto dell’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre.
E sull’Ucraina dice che vanno sostenuti gli sforzi di Erdogan, Trump e del Papa. Sullo sfondo il lungo faccia a faccia con il presidente Emmanuel Macron che, ha detto Meloni scherzando, “vedo più di mia figlia”. La giornata politica di ieri ha avuto anche un altro corno. Giovanni Donzelli, al termine del direttivo di FdI, ha aperto al terzo mandato per i presidenti di regione. Assist a Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia.