A 85 anni è pronto a tornare sulla poltronissima dello sport. Ha già preparato un programma elettorale ed è convinto di poter battere i due grandi favoriti: Pancalli e Buonfiglio. I dubbi del ministro Abodi
L’ultimo a scendere in campo per la successione a Giovanni Malagò alla presidenza del Coni, potrebbe essere l’asso pigliatutto. Franco Carraro, 86 anni a dicembre, scioglierà la riserva all’ultimo minuto, ma ormai ha deciso: sarà l’ottavo candidato alla poltronissima dello sport italiano. Ha già preparato anche un programma elettorale che allegherà alla candidatura per spiegare perché gli 80 elettori il 26 giugno dovrebbero scegliere quello che lui stesso ritiene il meno peggiore dei mali.
Gli altri sette uomini in corsa (anche questa volta non si sono signore, dopo che Diana Bianchedi ha provato a sondare il terreno) sono: Luca Pancalli (ex presidente del Comitato paralimpico), Luciano Buonfiglio (presidente della Federcanoa), Giuseppe Macchiarola (medico sportivo che viene dalla boxe), Mauro Checcoli (ex olimpionico di equitazione), Carlo Iannelli (dirigente ciclistico), Ettore Thermes (ex velista) e Pierluigi Giancamilli (pentathlon moderno). A poter vincere sono solo in due: Pancalli e Buonfiglio, uno ha dietro di sé tutta la politica, l’altro è spinto da Giovanni Malagò. Sarebbe stata una corsa a due, per ora abbastanza equilibrata (tutti e due pensano di essere in vantaggio), ma a sparigliare le carte ecco il grande vecchio dello sport italiano, un uomo che è già stato su ogni poltrona sportiva (sci nautico, Milan, Coni, Figc, Lega Calcio) e politica (senatore, ministro e sindaco di Roma).
“Quando gli altri andavano a scuola, lui stava già tornando” è una frase che lo racconta bene. Visto che ai tempi delle Guerre puniche era già stato presidente del Coni in tre mandati (dal 1978 al 1987), hanno cercato di bloccarlo, ma poi hanno scoperto che nessuna legge può fermarlo come ha chiarito anche il ministro Abodi in una lettera di risposta a Malagò. Il ministro poi ha anche aggiunto una frase che non ha bisogno di essere interpretata: “Credo che Carraro sia una persona di straordinario valore, però ogni cosa a suo tempo”.
Per Carraro il tempo è ancora quello giusto. Non ha voglia di stare a guardare e, dopo aver chiesto un parere al suo medico, ha deciso di fare un passo avanti. Lo definiscono “pacificatore” e lui ritiene di poter strappare voti a chi non crede in Bonfiglio o Pancalli ritenendo il primo un uomo troppo schierato con Malagò e il secondo un uomo troppo vicino alla politica (soprattutto Abodi e Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera e presidente della Federnuoto).
Non è un bel segnale che lo sport italiano si aggrappi a un uomo che ha quasi vent’anni più di Papa Leone XIV. Competenza, saggezza, signorilità non sono in discussione neppure al di fuori dei nostri confini, visto che Carraro è anche membro di quel Cio che, al contrario del Coni è invece riuscito a svecchiarsi e a promuovere una donna alla presidenza. A far storcere il naso è la carta d’identità. Il primo a saperlo è proprio il diretto interessato che conosce bene i limiti della sua candidatura, ma è convinto di averne molti meno dei suoi rivali.