Israele, gli spari in un centro di distribuzione e le responsabilità oltre la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf)
A Gaza, presso la rotonda di al Alam nella città meridionale di Rafah l’esercito israeliano ha aperto il fuoco contro la massa di persone che si dirigeva verso uno dei centri di distribuzione degli aiuti umanitari. L’esercito ha detto di aver prima sparato in aria per allontanare dei sospetti, poi di aver sparato contro: sono morte tredici persone. E’ la seconda sparatoria che avviene nello stesso posto e che causa vittime tra la folla che va a ritirare cibo. Domenica sono morte venti persone e la responsabilità non è stata accertata: Hamas ha accusato Israele, l’esercito israeliano ha detto di aver sparato dei colpi di avvertimento in aria, ma di non essere responsabile. Hamas ha tutto l’interesse di causare incidenti e caos per colpire la distribuzione degli aiuti. La scorsa settimana ha iniziato a operare nella Striscia la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), l’organizzazione israelo-americana per cui lavorano contractor americani. Ha aperto tre degli otto centri da cui operare, ma da quando è in attività il tentativo dei palestinesi di raggiungere i punti di ritiro si scontra con problemi di sicurezza molto gravi.
Secondo Israele l’operato della Ghf è indispensabile per tenere Hamas fuori dalla distribuzione degli aiuti, nel frattempo, secondo il Cogat (il settore dell’esercito che si occupa di coordinare gli aiuti), dentro la Striscia la consegna di cibo, carburante e medicinali è operata anche da altre organizzazioni. Per le Nazioni Unite l’esistenza della Ghf mette a rischio la vita dei palestinesi e si sono rifiutate di cooperare. Hamas invece ha minacciato l’iniziativa e i palestinesi che collaborano con la Ghf e a questo punto è impossibile capire quanto davvero l’organizzazione sia da condannare o sia oggetto di un sabotaggio.
Dall’altra parte, l’operato della Ghf per essere credibile deve essere il più trasparente possibile. Sfamare la popolazione della Striscia è una responsabilità di tutti, fare in modo che possano essere trovate soluzioni alternative al dominio di Hamas non deve interessare soltanto Israele, ma deve essere un onere di chiunque si preoccupi per il futuro dei palestinesi a Gaza.