Padre Paolo Dall’Oglio, un corpo in Siria riapre la ferita

Tra i resti emersi da una fossa comune vicino a Raqqa, l’ex roccaforte dello Stato Islamico, anche un corpo in abiti sacri. La sorella del gesuita rapito nel 2013: “Non è lui, portava abiti civili”. Ma il ritrovamento riaccende il dolore e la memoria di una missione di convivenza tra popoli e religioni

Frammentario e labirintico come tutto in Medioriente, l’annuncio di un cadavere di uomo in abiti religiosi emerso da una fossa comune nei pressi di Raqqa, la “capitale” dell’Isis e teatro di battaglie e stragi indicibili un decennio fa, è un colpo al cuore e alla memoria. Ora in quel luoghi scavano i nuovi padroni, le Forze democratiche siriane. Paolo Dall’Oglio era stato rapito nel 2013, quando era andato nei territori dello Stato Islamico per trattare la liberazione di alcuni ostaggi; le indagini delle autorità italiane avevano presto preso la strada della sua morte, ma in tanti non hanno mai smesso di sperare. La sorella di padre Paolo non è per nulla convinta che siano i resti del fratello (“lui aveva abiti civili”), il gesuita che negli anni Ottanta aveva rifondato in Siria, nel deserto a nord di Damasco, la comunità monastica cattolico-siriaca Al-Khalil. Un gesto profetico, che faceva rinascere la tradizione degli eremiti dei primi secoli. Un atto di grande forza di fede e di convivenza tra popoli e religioni, che ricorda la testimonanza dei piccoli padri di Charles de Foucauld e il martirio dei sette monaci trappisti di Tibhirine in Algeria.

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  • Maurizio Crippa
  • “Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini”

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